Sessantasei milioni di anni fa, allorché un corpo celeste entrò in collisione con il nostro pianeta provocando l’estinzione dei grandi rettili, l’effetto dell’urto fu tale che la Terra continuò a tremare con continue scosse di terremoto per settimane o mesi dopo l’impatto.
La quantità d’energia rilasciata in questo mega-terremoto è stata stimata in 2.390,000.000 megatoni, pari a circa 50mila volte l’energia rilasciata nel sisma di magnitudo 9.1 di Sumatra del 2004.
Le prove di questo catastrofico evento sono state prodotte dal geologo colombiano Hermann Bermùdez al meeting annuale della Geological Society of America di Denver il 9 ottobre scorso.
Lo studio di Bermùdez iniziò i primi di quest’anno quando lo studioso visitò gli affioramenti del confine dell’evento di estinzione di massa Cretaceo-Paleogene (K-Pg) negli Stati del Texas, dell’Alabama e del Mississippi alla ricerca di dati che completassero la precedente indagine svolta in Colombia e Messico che documentava l’avvenuta catastrofe.
Nel 2014, durante lo svolgimento di una campagna di ricerche sull’isola di Gorgonilla, in Colombia, Bermùdez ha trovato depositi di sferule; strati di sedimenti pieni di piccole perle di vetro della grandezza massima di 1,1 millimetri assieme a frammenti conosciuti come tectiti e microtectiti, compatibili con un’espulsione di roccia fusa nell’atmosfera a seguito di un impatto con un corpo celeste. La loro formazione risaliva al momento in cui la crosta terrestre, mentre fondeva, veniva dispersa in aria in gocce fuse, che poi ricadevano a terra sotto l’influenza della gravità.
Le rocce esposte sulla costa di Gorgonilla raccontano la storia dei fondali oceanici, 2 chilometri più in basso, dove erano accumulate sabbia, fango e specie marine nel momento dell’impatto.
Fino a 10-15 metri sotto il fondale gli strati avevano subìto una deformazione dei sedimenti molli che persiste tuttora e che Bermùdez attribuisce all’enorme energia trasmessa dalla collisione.
Le deformazioni continuano negli strati inferiori sottostanti passando attraverso lo strato ricco di sferule depositatosi dopo l’impatto.; questo, ad indicare che lo scuotimento del fondale deve essere continuato per le settimane e i mesi che seguirono.
Solo i primi depositi di spore di felci stanno ad indicare il primo recupero della vita vegetale e il ritorno allo stato di quiete.
“La sezione che ho scoperto sull’isola di Gorgonilla è il posto ideale per studiare il confine K-Pg perchè è uno dei meglio conservati, dato che si trova in profondità nell’oceano e non ha risentito degli tsunami”, spiega Bermùdez.
Prove della deformazione del mega-terremoto sono visibili anche in Messico (liquefazione di rocce a El Papalote) e negli Stati Uniti (Mississippi, Alabama e Texas) dove si osservano crepe e faglie associate a depositi di tsunami in diversi affioramenti.