La cosa curiosa è che stiamo parlando di DNA non umano, ma di quello delle ossa dei polli che, a quanto pare, gli antichi navigatori polinesiani portavano con sé per le loro necessità alimentari e che sono state recuperate negli scavi archeologici delle isole del Pacifico.
L’antico DNA è stato utilizzato per studiare le origini e la diffusione dei polli polinesiani ancestrali.
Lo studio relativo, condotto dall’Australian Centre for Ancient DNA (ACAD) dell’Università di Adelaide e pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences, rivela che i contatti tra i primi polinesiani e il Sud America si basarono su risultati probabilmente non del tutto veritieri, ma contaminati.
Il nuovo studio, invece, ha identificato e tracciato un marcatore genetico unico dei polli originari polinesiani che è presente solo nel Pacifico e nelle isole del Sud-Est asiatico.
Il team di ricerca, composto da studiosi delle Università australiane, (Australian National University e Sidney University) e delle Università del Regno Unito, (Durham University e Aberdeen University) che hanno lavorato in collaborazione, ha usato il DNA mitocondriale femminile ereditato, estratto da ossa di pollo provenienti dagli scavi archeologici delle isole del Pacifico, tra cui le Hawaii, Rapa Nui (Isola di Pasqua) e Niue.
“Abbiamo identificato le impronte genetiche dei polli polinesiani originali e usato queste per tracciare i primi movimenti e gli schemi commerciali che si svolgevano in tutto il Pacifico”, annuncia l’autore, Dott. Vicki Thompson, dell’ACAD. “Siamo stati in grado di rintracciare le origini di queste discendenze comuni nelle Filippine, fornendo indizi sulle origini delle popolazioni specifiche di polli polinesiani”.
“Esistono ancora molte teorie sui luoghi del Pacifico da cui sarebbero provenuti i primi coloni umani, quali percorsi avrebbero seguito e se avessero preso effettivamente contatto con il continente sudamericano”, afferma Jeremy Austin, vicedirettore dell’ACAD. “In ogni caso, gli animali domestici, come ad esempio i polli, hanno lasciato dati genetici che possono risolvere alcuni di questi misteri”.
“Abbiamo potuto riesaminare le ossa utilizzate in studi precedenti”, precisa il prof. Alan Cooper, direttore dell’ACAD e principale autore del progetto. “Abbiamo rilevato l’esistenza di un legame tra i polli antichi del Pacifico e i polli sudamericani, ipotizzando quindi un antico contatto tra umani, e abbiamo scoperto che alcuni risultati erano stati contaminati con moderni DNA di pollo, rilevato in tracce in molti componenti di laboratorio. Siamo stati in grado di dimostrare che il DNA antico dei polli ha fornito la prova che non vi è stato alcun contatto pre-colombiano in queste aree”.
“Sorprendentemente, il nostro studio mostra anche che le discendenze comuni polinesiane originali sembrano essere sopravvissute in alcune isole del Pacifico, nonostante l’introduzione di animali domestici europei nell’area del Pacifico durante gli ultimi duecento anni”, aggiunge il prof. Cooper. “Queste linee originali potrebbero essere di notevole importanza per l’industria del pollame, che in questo momento si sta preoccupando per la mancanza di diversità genetica negli stock commerciali”.