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Nuova teoria sull’estinzione dei dinosauri, grandi erbivori estinti prima

Scritto da Giulia Chiarenza il 03.05.2012

Dinosauri erbivoriAlcuni ricercatori  hanno dimostrato che i grandi erbivori subirono un declino ben prima dell’impatto del meteorite nel Golfo del Messivo, mentre carnivori e piccoli erbivori no.

Nonostante anni di intense ricerche sull’estinzione dei dinosauri avvenuta circa 65,5 milioni di anni fa, un importante quesito rimane irrisolto: prima che un asteroide colpisse la Terra alla fine del Cretaceo, i dinosauri avevano già attraversato un lungo periodo di declino? Uno studio condotto dagli scienziati dell’American Museum of Natural History ci offre una risposta complessa.

I risultati dello studio, pubblicato sulla rivista Nature Communications, ci dicono che in generale, i dinosauri erbivori più massicci diminuirono durante gli ultimi 12 milioni di anni del periodo Cretaceo. Invece i carnivori e gli erbivori di media taglia non furono soggetti a tale declino. In alcuni casi, le coordinate geografiche possono aver contribuito alla sopravvivenza degli animali.
“Poche cose nella storia della paleontologia nutrono incessantemente la ricerca e la curiosità degli uomini come l’estinzione dei dinosauri terrestri” sostiene il coordinatore dello studio Steve Brusatte, laureato alla Columbia University e affiliato al Museum’s Division of Paleontology.

Hanno fatto parte del team di ricerca  oltre a Brusatte, Mark Norell, responsabile del Museum’s Division of Paleontology; gli scienziati Richard Butler della Ludwig Maximilian University of Munich e Albert Prieto-Márquez della Bavarian State Collection for Palaeontology. Sono i primi a esaminare l’estinzione dei dinosauri basandosi su ‘diversità morfologiche’ – ossia la variabilità della struttura del corpo in alcuni gruppi particolari di dinosauri. 

Le ricerche precedenti si basavano perlopiù esclusivamente sui cambiamenti quantitativi nelle specie durante il tempo.

Osservando i cambiamenti che hanno a che fare con la biodiversità in un dato gruppo di dinosauri, i ricercatori possono abbozzare un’istantanea delle condizioni generali degli animali. Ciò è possibile in quanto gruppi che mostrano ricorrenti variazioni possono presumibilmente evolversi in più specie. Al contrario, una diminuzione dei cambiamenti rischia di tradursi a lungo termine in preoccupanti segnali di estinzione.
I ricercatori hanno osservato le disparità morfologiche di sette gruppi, sfruttando un database che include molteplici caratteristiche di circa 150 specie diverse.

“La gente pensa ai dinosauri come esseri monolitici, dicendo ‘i dinosauri facevano questo o si comportavano così’ – sostiene Butler – ma i dinosauri erano estremamente diversi. Centinaia di specie vissero nel tardo Cretaceo e si differenziavano sensibilmente per alimentazione, taglia e forma fisica. Proprio perché così diversi probabilmente si sono evoluti in maniera differente e i risultati del nostro studio lo dimostrano.”

I ricercatori hanno scoperto che gli adrosauri  e i ceratopsidi, due gruppi di grossi erbivori  potrebbero aver subito un declino della biodiversità 12 milioni di anni prima dell’estinzione definitiva. Al contrario, i piccoli erbivori (anchilosauri e  pachicelafosauri), i carnivori (tirannosauri e celurosauri) e gli erbivori enormi senza grandi abilità di masticazione (sauropodi) rimasero sostanzialmente stabili o addirittura aumentarono leggermente la biodiversità.

A complicare il quadro, gli  adrosauri hanno mostrato differenti livelli di disparità in base alla località. Mentre le diversità diminuivano nell’America settentrionale, sembravano essere aumentate in Asia durante il tardo Cretaceo.
“Tali differenze rispecchiano un quadro degli ultimi 12 anni della storia dei dinosauri molto più sfumato” afferma Brusatte. “Al contrario di quanto comunemente pensato, il tardo Cretaceo non è catalogabile come uno statico ‘mondo perduto’ interrotto bruscamente dallo scontro con un asteroide. Alcuni dinosauri subirono significativi cambiamenti durante quel periodo e pare anche che i grandi erbivori abbiano sofferto un prolungato declino, perlomeno in America Settentrionale.”

Importanti variazioni geologiche potrebbero aver intaccato l’evoluzione dei dinosauri, quindi il caso americano non può, secondo i ricercatori, essere assunto come modello globale, qualora ne esistesse uno.    Gli scienziati aggiungono che non c’è alcun modo per poter affermare se un gruppo di dinosauri che subì un declino sarebbe riuscito a sopravvivere qualora l’asteroide non avesse colpito la Terra.

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