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Abbondanza di vita e specie sconosciute sotto la calotta antartica

Scritto da Leonardo Debbia il 10.02.2022

Un recente studio britannico, pubblicato il 20 dicembre scorso sulla rivista Current Biology, informa che al di sotto della calotta glaciale antartica, molto in profondità, è stata scoperta una gran quantità di forme di vita marina; e comunque, una quantità molto maggiore di quanto ci si sarebbe aspettato.

Nonostante l’estensione (una superficie di 1,6 milioni di chilometri quadrati), le calotte di ghiaccio polare sono gli ambienti meno conosciuti del nostro pianeta.

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Nel tempo, alcune forme di vita di questi habitat perennemente bui, freddi e inospitali sono state individuate e fotografate, ma raramente raccolte.

Nel 2018, utilizzando emissioni in profondità di acqua calda, un team di ricercatori dell’Alfred Wegener Institute (AWI) della Germania, ha praticato due fori nel ghiaccio nelle vicinanze della stazione di Neumayer, mare di Weddell sudorientale, e attraversando 200 metri di calotta ha raggiunto il fondale, un ambiente a temperature rigide, meno 2,2 °C.

I frammenti di vita ripescati dai fondali si sono rivelati straordinari e del tutto inaspettati.

Difatti, nonostante il sito si trovasse a diversi chilometri dal mare aperto, la biodiversità degli esemplari raccolti si rivelava estremamente ricca, molto più ricca delle campionature raccolte in acque libere, al di sopra della piattaforma continentale, dove non mancano certo luce e fonti di cibo.

Il team ha scoperto 77 specie – un numero notevole – tra cui briozoi a forma di sciabola (Melicera obliqua) e vermi (Paralaeospira sicula), molte più di quante se ne conoscessero come tipiche di questi ambienti.

La scoperta della presenza di tanta varietà di organismi in queste condizioni estreme è stata una sorpresa e sottolinea come la vita marina antartica possa essere unica e particolare”, afferma David Barnes, biologo marino del British Antarctic Survey. ”E’ incredibile l’abbondanza di queste specie, la maggior parte delle quali si nutre di microalghe (fitoplancton), anche se ci saremmo aspettati che nessuna pianta o alga potesse vivere in questo ambiente. E’ quindi lecito chiedersi come questi organismi possano invece, di fatto, sopravvivere e prosperare qui”.

Un’altra sorpresa è stata scoprire da quanto tempo qui sia presente la vita”, aggiunge Gerhard Khun, coautore dell’AWI. “La datazione al carbonio dei fossili di questi organismi sul fondale marino li segnala dai tempi attuali a 5800 anni fa. In altri termini, un’oasi di vita ha resistito sotto la calotta ghiacciata ininterrottamente per circa 6000 anni, ad una distanza di 3-9 chilometri dal mare aperto più vicino. Confidiamo di poter assumere maggiori informazioni sulla storia del passato dall’esame accurato dei fossili riportati alla luce”.

Le attuali teorie su come la vita possa mantenersi al di sotto delle calotte glaciali sostengono che l’abbondanza di individui va diminuendo progressivamente man mano ci si allontana dal mare aperto e dalla luce solare.

In studi precedenti, in questi habitat erano stati trovati organismi predatori come pesci, vermi e meduse, ma non organismi che si nutrono da riserve di cibo provenienti da acque superficiali in caduta verso il basso, e quindi ritenendo che questi ultimi fossero i primi a scomparire da sotto il ghiaccio.

Il mistero quindi permane e si dovrà indagare piuttosto velocemente perchè – il team osserva – con il cambiamento climatico e la fusione generalizzata di queste calotte, questi ambienti estremi stanno per scomparire insieme ai loro ecosistemi, la cui protezione diventa perciò sempre più difficile.

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