A poche ore dal ritrovamento dell’orso marsicano morto nel versante molisano del Parco Nazionale d’Abruzzo abbiamo raggiunto il Direttore Dario Febbo. Il Direttore ha confermato, come già annunciato nel comunicato, che l’orso è stato inviato oggi all’Istituto Zooprofilattico di Teramo per le analisi che ne accerteranno le cause di morte. Fra le ipotesi, ha spiegato il Direttore, non è esclusa quella della morte per colpo d’arma da fuoco, visto che su un animale così grande non è facile accertare la presenza di fori.
Le indagini del Parco Nazionale d’Abruzzo sono già in corso, intanto sarà fatta una denuncia per il ritrovamento della carcassa dell’orso marsicano, ha spiegato Dario Febbo.
Il 2013 è un anno davvero difficile per il Parco che si trova ad affrontare diverse emergenze: a partire da gennaio un’epidemia di cimurro artico sta mietendo decine di vittime fra lupi e cani. Il Parco con la Regione Abruzzo e in parte grazie ad un finanziamento dell’associazione ambientalista Salviamo l’Orso ha avviato delle vaccinazioni.
In aprile un orso è stato investito sull’Autostrada A25.
A fine maggio un vero e proprio attentato col veleno nel cuore del parco, una “bomba nel Colosseo” come è stato detto, ha provocato la morte di diversi esemplari di fauna selvatica e quasi 30 bocconi avvelenati sono stati ritrovati dai cani addestrati grazie al progetto “Antidoto”.
Ora un orso morto nel Parco di cui però le cause di morte devono essere ancora accertate.
“Anche se per avere i risultati delle analisi saranno necessari 30 giorni”, ha spiegato il Direttore, “in pochi giorni riceveremo notizie indicative dall’Istituto Zooprofilattico di Teramo, che potranno indirizzare le indagini”. Sarà invece noto a brevissimo se l’orso è morto per ferite da arma da fuoco. Con qualche giorno in più sarà possibile sapere se i veterinari avranno trovato indizi evidenti di avvelenamento.
Nel caso la morte non fosse avvenuta per malattia, le indagini saranno condotte dalle guardie del Parco, dall’UTB del Corpo Forestale dello Stato e dalla magistratura.
Ad oggi il Direttore ci ha detto che non ci sono novità sulle indagini per il grave episodio di avvelenamento nel cuore del Parco risalente alla fine di maggio, e si è ancora in attesa di conoscere, grazie alle analisi, se un esemplare di aquila reale rinvenuto vicino alla “zona avvelenata”, è l’ennesima vittima del veleno o se le cause sono diverse.