Parte il progetto di sicurezza stradale dedicato all’orso marsicano dell’associazione Salviamo l’Orso grazie ad un finanziamento di 8.000 euro donato da Patagonia. Il progetto era in cantiere già da circa un anno, ma in attesa di finanziamento. Ora, grazie alla donazione che copre interamente le spese, in qualche mese potrebbe essere operativo.
Salviamo l’Orso è una associazione nata poco più di un anno fa. E’ dedicata esclusivamente alla salvaguardia dell’orso marsicano e ha raccolto attorno a sè un gruppo numeroso di appassionati del plantigrado. Da subito l’associazione ha messo sul piatto alcuni progetti dandosi come obiettivo finanziamento e realizzazione. E i risultati sono arrivati in fretta.
Ma se da un lato si esulta perchè finalmente si attivano concretamente delle forze per la salvaguardia dell’orso marsicano, è da sottolineare che in altre zone dell’Abruzzo progetti simili vengono portati avanti dalle istituzioni pubbliche. Qui, dove l’investimento di un’orsa nel 2011 e altri impatti mancati di un soffio, avrebbero reso urgente un intervento, il progetto viene realizzato in poco tempo e da un’associazione di volontari che pure lavora alacremente, delineando l’assenza di capacità gestionale del Parco Nazionale d’Abruzzo in questo campo.
Il progetto consiste nell’installazione di appositi pannelli per segnalare l’attraversamento di fauna selvatica e di dissuasori ottici per l’attraversamento degli animali. Inoltre l’associazione ha chiesto alla provincia dell’Aquila di portare il limite di velocità da 90 a 70 km orari. Sono previsti anche lavori sulla vegetazione a bordo strada per migliorare la visibilità nonchè campagne informative ad hoc.
Per capire meglio quali sono i termini del progetto e come è andato questo primo anno di attività di Salviamo l’Orso, abbiamo intervistato il presidente Stefano Orlandini.
Domanda: La vostra associazione è nata da poco: perchè avete scelto come primo progetto quello sulla sicurezza stradale e perchè proprio in quella zona?
Stefano Orlandini: Il Progetto nasce da dall’evidenza di una situazione estremamente pericolosa lungo la SR 83 dove la presenza stabile di almeno 3 individui di orso marsicano di cui uno femmina determina continui attraversamenti su una strada che sale a tornanti spesso con le banchine invase dalla vegetazione e dove nei giorni di week end c’e’ un afflusso particolarmente intenso di veicoli e di motociclisti. Questa situazione è estremamente pericolosa per gli animali e per gli utenti ed il pericolo di collisioni non è sufficientemente segnalato.
Vi sarebbero tante altre emergenze da sanare per rendere più sicura la vita dei nostri orsi, come del resto nel nostro sito tra gli altri progetti “in pectore” si fa presente, ma abbiamo ritenuto questo prioritario dopo una serie di collisioni mancate per poco di cui avemmo notizia circa un anno fa. Che poi questo sia un problema che si ripresenta anche su altre arterie è stato tristemente evidenziato dalla morte avvenuta in primavera del giovane orso investito sull’A25. A questo proposito mi preme ricordare che abbiamo chiesto all’Autostrada dei Parchi un incontro sin da giugno scorso a cui la Società si sta sottraendo lasciandoci quindi l’unica opzione di iniziare un’azione legale nei suoi confronti, azione che inizieremo nei prossimi giorni tramite il nostro ufficio legale.
D: Quali saranno le prossime mosse ora? Ottenuto il finanziamento come verrano spesi i soldi e quando pensate che tutte le attrezzature saranno posizionate e attive?
S.O.: Le pastoie burocratiche di questo paese possono talvolta sorprendere anche chi le metta in conto ! Le autorizzazioni ed la Valutazione di incidenza che abbiamo dovuto produrre sono finalmente arrivate al traguardo nel giro di 15/20 giorni dovremmo essere in grado di iniziare i lavori.
Si tratta di pulizia della banchina per migliorare la visibilita’ degli utenti della strada (automobilisti e motociclisti) e di apporre una particolare e dedicata segnaletica sia vertical che orizzontale (rallentatori). Faremo anche opera di sensibilizzazione tra chi percorre quel tratto della SR 83 per lavoro come i servizi di autocorriere. Crediamo che il progetto possa essere concluso entro la prossima primavera e contiamo (grazie al finanziamento di PATAGONIA – Roma store ) di estenderlo al tratto della SR 83 che va da Gioia vecchio a Pescasseroli, e quindi al famigerato rettilineo dove nel Maggio 2011 fu investita ed uccisa un orsa ancora accompagnata da 3 cuccioli da svezzare.
Foto: Luca Rainaldi
D: Che risultati contate di ottenere? Esistono dei dati sulla mortalità in quella zona con cui confrontare ciò che avverrà nei prossimi mesi?
S.O.: Contiamo di ridurre o mitigare il rischio di investimenti di tutta la fauna selvatica e quindi dell’orso visto che siamo in piena CORE AREA per il plantigrado. Alla stesso tempo contiamo di accrescere la sicurezza per tutti coloro che percorrono quel tratto di strada.
Le statistiche che abbiamo ci dicono che almeno 10 orsi sono morti per investimento negli ultimi 40 anni, possono sembrare pochi ma se il nostro progetto dovesse salvare la vita anche ad un solo animale sarebbe già ampiamente giustificato ( tra l’altro solo negli ultimi 2 anni 2 orsi sono morti per investimento come ricordavo prima).
D.: La vostra associazione si è costituita da poco e voi avete scelto da subito di investire una cospicua parte delle vostre energie in progetti concreti che in altri parchi abruzzesi vengono portati avanti dagli enti parco in collaborazione con gli altri enti competenti. Un’alternativa sarebbe potuta essere quella di chiedere che gli enti assolvano i propri compiti come accade in altri luoghi. Come mai questa scelta?
S.O.: Il motivo principale per cui l’associazione è nata è la volontà di dare un segnale forte all’opinione pubblica più sensibile che guarda con dispiacere e rabbia alla deriva verso l’estinzione della specie più carismatica e rara della fauna italiana . E’ tempo di fare delle cose concrete per bloccare questa deriva, chi istituzionalmente ha le maggiori responsabilità di gestire la situazione e di implementare una reale politica di conservazione della specie la deve smettere di vivacchiare o di nascondersi dietro le difficoltà che inevitabilmente incontra.
Ecco quindi che anche coloro come noi che da non – professionisti seguono questa vicenda devono fare un cambio di passo ed impegnarsi direttamente. Ciò non vuol dire che gli appelli o l’educazione ambientale non servano più, ma non possono essere la sola attività delle cosiddette associazioni ambientaliste. Ci dispiace per tigri ed orangutan, ma prima di tutto abbiamo il dovere di salvaguardare quel poco di natura intatta che abbiamo a casa nostra e dobbiamo farlo non solo con un impegno di tipo ideologico sicuramente rispettabile , ma anche con un impegno concreto, solo facendo potremo mettere in moto un ciclo virtuoso e potremo pretendere da chi gestisce la cosa pubblica (perchè le aree protette e l’orso sono cosa pubblica) azioni concrete perchè con le chiacchere niente può cambiare. Quindi per rispondere alla tua domanda …l’associazione proprio facendo cose concrete chiede che gli Enti preposti facciano altrettanto perchè certo non ci illudiamo di poter supplire da soli alla loro inazione.
D.: Quali sono le difficoltà più grandi che avete incontrato nel primo anno di attività con la vostra associazione?
S.O.: Di tutti i tipi, dal reperimento fondi, al grande impegno personale che ha richiesto il seguire tutta una serie di problematiche che hanno investito le aree protette in Abruzzo ed in tutto l’areale dell’orso appenninico (riperimetrazioni, il proliferare di impianti devastanti l’habitat dell’orso, i problemi legati alla caccia al cinghiale in area orso, il bracconaggio, la recrudescenza dell’uso del veleno, l’epidemia di cimurro in area PNALM, l’invadenza del bestiame etc etc)….ma principalmente ci dispiace rilevare talvolta la diffidenza verso di noi di alcuni tra coloro che dovrebbero essere i nostri migliori alleati vale a dire gli Enti che gestiscono le aree protette o i competenti uffici ministeriali e regionali, anche se non voglio far qui di tutta l’erba un fascio perchè con alcuni e voglio qui citare i dirigenti dell ’Ufficio per la Conservazione della natura della Regione Abruzzo abbiamo instaurato un bel rapporto di collaborazione e credo di reciproca fiducia.