Una delle occasioni in cui, sui quotidiani generalisti, si parla di fauna selvatica, è quando un lupo o un orso o un animale di grosse dimensioni viene investito sulle strade, spesso venendo ucciso e creando pericoli anche per gli automobilisti. Il problema è ben noto ed è studiato in uno specifico ambito di ricerca chiamato Road ecology, con appositi studi che individuano orari e zone in cui c’è un più alto rischio di impatto, evidenziando altre eventuali cause e cercando di mitigarle attraverso interventi mirati. Qualcosa del genere sta succedendo al Parco della Majella, in Abruzzo, dove grazie ad uno studio condotto dalla Provincia di Pescara, il Parco si appresta a mettere in opera interventi per mitigare gli incidenti stradali dovuti alla fauna selvatica.
Lo studio, commissionato allo Studio Associato “Ecoview” dalla Provincia di Pescara, ha individuato la strada provinciale n. 487, compresa tra il km 8+500 e il km 17+500, nei Comuni di Abbateggio, San Valentino in A.C. e Caramanico Terme, come zona più critica rispetto alle altre.
“Gli interventi”, si spiega nel comunicato del Parco, “sono stati individuati sulla base della Road Ecology, la scienza che si pone come obiettivo la riduzione del fenomeno degli incidenti stradali causati dalla fauna in transito lungo la viabilità stradale mediante la realizzazione di una serie di interventi rivolti sia alla “componente naturale” (fauna e ecosistema in generale) che a quella “antropica” finalizzati alla riduzione del rischio di collisione tra fauna e veicoli in transito.”
Secondo alcune stime, come riportato nello studio, gli incidenti che coinvolgono animali selvatici rappresentano circa il 2% del totale degli incidenti stradali, nel 2-5% di questi casi si verificano feriti, nello 0,03-0,05% la morte di almeno uno dei passeggeri (Dumant et al., 2000). A questa quota vanno aggiunti tutti gli incidenti causati indirettamente da animali, anche di piccola dimensione, la cui presenza in carreggiata può portare il conducente del veicolo ad effettuare manovre impulsive e pericolose. Se si considerano esclusivamente le collisioni con gli ungulati che rappresentano il taxon più pericoloso a causa della mole e della loro diffusione sul territorio, si stima che in Europa ve ne siano ogni anno 507.000 che comportano 30mila feriti ed oltre 1 miliardo di Euro di danni a beni materiali (Dinetti, 2006).
In Italia, si può leggere ancora sullo studio, secondo l’indagine effettuata dall’Istat per il periodo 1995-2000, si sono verificati 2.083 incidenti stradali causati da animali (non distinti però in animali domestici e selvatici), con un bilancio di 150 vittime e qualche centinaio di feriti (Cerofolini, 2006).
Il processo per la realizzazione degli interventi si trova all’inizio e probabilmente ci vorrà almeno un anno (ma è un’ipotesi) per iniziare i lavori. Fra gli interventi previsti, liberare i sottopassaggi dalla vegetazione in modo da renderli di nuovo accessibili alla fauna selvatica e fornirli di fototrappole per monitorare i passaggi. Inoltre, l’installazione di pannellini luminosi che segnalano la velocità e la creazione di transetti di passaggio per la fauna sotto ponti e viadotti e l’installazione di apposita segnaletica informativa per i visitatori del Parco. Per la realizzazione del progetto gli esperti si sono ispirati ad altri esempi simili già realizzati a livello internazionale e li hanno poi rimodellati sul caso specifico.
La prima conferenza dei servizi che si è svolta il 5 febbraio scorso ha visto tutti partecipanti concordi sulla necessità degli interventi e questo fa ben sperare per la realizzazione. Alla conferenza hanno partecipato oltre alle amministrazioni comunali interessate, i Settori Viabilità e Ambiente della Provincia di Pescara, l’Ispettorato Ripartimentale delle Foreste e la Soprintendenza B.A.P. per l’Abruzzo. Gli incidenti nella zona, fra il 2002 e il 2010, sono stati 106, in maggioranza cinghiali (79), e poi lupi (3) caprioli (9) e cervi (15).
Le risorse economiche per l’attuazione del progetto saranno messe a disposizione dall’Ente Parco tranne che per gli interventi che saranno realizzati sulla sede stradale, di stretta competenza dell’Amministrazione Provinciale.
Il progetto ha una sua particolare valenza nella Regione dei Parchi, laddove, nello storico Parco nazionale d’Abruzzo da anni si lamentano incidenti stradali con la fauna selvatica, con perdite gravissime. L’ultima fu un’orsa uccisa nel maggio 2011 sulla strada che conduce a Pescasseroli, nel cuore del Parco. Sul ciglio della strada fu poi finita probabilmente dai cani randagi. L’orsa aveva tre cuccioli. Pochi mesi fa un’altra orsa con un cucciolo ha rischiato di essere investita vicino ad un altro paese, appena fuori dal Parco, Scanno.
Inutili i numerosi comunicati delle associazioni ambientaliste per risolvere il problema, che, a detta della dirigenza, sembrerebbe quasi insormontabile, pur se di estrema importanza per la sopravvivenza dell’orso marsicano oggi ridotto a soli 40 individui. In assenza di iniziative istituzionali, ‘Salviamo l’orso’, associazione di recente costituzione, ha già attivato un progetto per molti versi simile a quello del Parco della Majella.