Una buona notizia per chi apprezza il cibo indiano. Secondo uno studio condotto dai ricercatori dell’Università della California, Los Angeles (UCLA), il consumo quotidiano di una certa quantità di curcumina, la sostanza che dà al curry indiano il suo colore brillante, ha migliorato la memoria e l’umore di persone che presentavano un lieve deficit di memoria legato all’età.
La ricerca, pubblicata on line il 19 gennaio scorso sulla rivista American Journal of Geriatric Psychiatry, ha esaminato gli effetti sull’organismo umanodi un determinato dosaggio di curcumina, che porterebbe benefici sostanziali alla memoria in persone non affette da demenza e costituirebbe inoltre un potenziale impatto benefico sulle placche microscopiche del cervello in persone affette dal morbo di Alzheimer.
Componente di base nella curcuma, la curcumina aveva già mostrato proprietà antiossidanti e antinfiammatorie in precedenti indagini di laboratorio ma non era ancora stato organizzato uno studio randomizzato analogo a questo.
La curcumina è un estratto della pianta Curcuma longa, che viene utilizzato come colorante vegetale e, più recentemente, anche come integratore alimentare.
E’ stato anche ritenuto che in India, dove la curcumina è un alimento dietetico, grazie all’uso di questa sostanza, gli anziani siano meno soggetti a soffrire di Alzheimer e abbiano una migliore performance cognitiva.
“Non sappiamo in quale modo la curcumina eserciti i suoi effetti, anche se ipotizziamo che abbia la capacità di ridurre l’infiammazione del cervello, che è stata collegata sia al morbo di Alzheimer che alla depressione maggiore”, afferma il dr Gary Small, direttore di Psichiatria
geriatrica presso il Centro di Longevità dell’UCLA e della Divisione di Psichiatria geriatrica dell’Istituto Semel per la Neuroscienza e il Comportamento Umano dell’UCLA; nonchè autore leader di questa ricerca.
Lo studio, condotto in doppio cieco e controllato con placebo, ha riguardato 40 adulti di età compresa tra i 50 e i 90 anni che presentavano lievi disturbi della memoria.
I partecipanti sono stati scelti in modo casuale e divisi in due gruppi, uno dei quali assumeva placebo, e l’altro 90 milligrammi di curcumina due volte al giorno per 18 mesi.
Tutti i 40 soggetti hanno avuto valutazioni cognitive standard all’inizio dello studio e a intervalli di sei mesi, nonchè il monitoraggio dei livelli ematici di curcumina all’inizio del test e dopo 18 mesi.
30 volontari del gruppo sono stati poi sottoposti a scansioni PET del cervello all’inizio e a fine sperimentazione per determinare variazioni nei livelli di proteine amiloidi e tau, coinvolte in processi patologici ritenuti responsabili dell’insorgenza dell’Alzheimer.
Al termine, si sono tirate le somme ed ecco cosa è emerso.
“I soggetti che avevano assunto curcumina hanno mostrato significativi miglioramenti della memoria e della capacità di concentrazione, mentre nei soggetti che avevano assunto il placebo non si è notato alcun cambiamento” afferma Small.
Nei test sulla memoria, si sono avuti miglioramenti del 28 per cento, così come nell’umore dei consumatori di curcumina. Le scansioni PET del cervello hanno mostrato meno segnali di proteine amiloidi e tau nell’amigdala e nell’ipotalamo rispetto a chi aveva assunto il placebo.
Ovviamente, la ricerca non si ferma qui. I ricercatori prevedono un follow-up esteso ad un maggior numero di persone, prendendo in esame, questa volta anche soggetti con depressione lieve.