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Lipidi: un’arma in più per combattere la leucemia

Ricercatori del'Università di Basilea hanno aperto una nuova strada per un metodo che eviti le recidive della leucemia

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 01.07.2014

Uno studio condotto da ricercatori dell’Università di Basilea dimostra che un lipide associato ad un tumore stimola le cellule T specifiche, che uccidono  efficacemente le cellule leucemiche sia in vitro che su modelli animali. I risultati sono stati pubblicati sul Journal of Experimental Medicine.

lipidi contro la leucemia

Università di Basilea: Illustrazione, Artem Kalinichenko

Le terapie attuali per le leucemie acute si basano sulla chemioterapia che elimina le cellule tumorali  e sul trapianto di midollo osseo. In alcuni casi le cellule leucemiche sopravvivono a questo trattamento e cominciano a ricrescere. Uno dei principali obiettivi di molti studi è trovare uno soluzione al problema delle recidive.

I linfociti T   possono riconoscere ed essere attivati ​​da antigeni proteici del tumore in alcuni casi prodotti in grandi quantità solo dalle cellule tumorali. Questi antigeni proteici sono anche chiamati antigeni tumore-associati (TAA) e stimolare le cellule T specifiche, che a loro volta uccidono le cellule leucemiche. Ma le cellule leucemiche possono cambiare, evitando così il riconoscimento da parte delle cellule T  e facilitando la recidiva.

Il Prof. Gennaro De Libero e il suo team del Dipartimento di Biomedicina dell’Università di Basilea hanno identificato un nuovo approccio che potrebbe contribuire a rendere il sistema immunitario più efficiente nel riconoscere le cellule leucemiche. Il suo gruppo di ricerca sta studiando le cellule T che riconoscono specificamente gli antigeni lipidici da diversi anni. Insieme ai colleghi da Italia, Cina e Singapore, il team svizzero ha individuato un nuovo lipide che si accumula nelle cellule leucemiche e che stimola specifiche risposte delle cellule T. Il nuovo acido  (MLPA) è molto abbondante in varie forme di leucemie umane .

Lo studio pubblicato mostra anche che è possibile isolare le cellule T umane che riconoscono e uccidono MLPA come dimostrato da esprimenti su cellule leucemiche in vitro. Quando queste cellule T sono state trapiantate sui topi hanno mantenuto la loro efficacia contro le cellule leucemiche.

Una caratteristica importante di MLPA è che non cambia la sua struttura e rimane abbondante nelle cellule leucemiche. Il team svizzero sta ora indagando, se MLPA può essere usato per colpire le cellule leucemiche in aggiunta alle proteine ​​TAA. Questo tipo di immunoterapia può essere estremamente utile nel prevenire recidive della malattia dopo la chemioterapia e il trapianto di midollo osseo.Si aprono dunque nuove strade per giungere ad un trattamento non invasivo di questo tipo di leucemie.

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