In un importante sito nel nord-ovest dell’Arabia Saudita, Guillaume Charloux, un archeologo del CNRS (Centre National de la Recherche Scientifique) e ingegnere presso l’Unità di ricerca Orient et Mediterranée dell’Università La Sorbona, Parigi, assieme ad alcuni colleghi della Commissione Saudita per il turismo e il patrimonio nazionale (SCTH), hanno scoperto, incise nelle rocce, alcune sculture di esemplari di Camelidi, eseguite come in nessun altro sito della regione.
Si ritiene che queste sculture risalgano ai primi secoli a.C. o D.C.
La scoperta getta una nuova luce sull’evoluzione dell’arte rupestre nella Penisola Arabica ed è oggetto di un articolo pubblicato sulla rivista Antiquity del corrente mese di febbraio.
Situato nella provincia di Al Jawf, nel nord-ovest dell’Arabia Saudita, il Camel Site è stato esplorato nel 2016 e nel 2017 da un gruppo di ricerca franco-saudita.
Le sculture, di cui alcune incomplete, sono state incise su tre speroni rocciosi. Sebbene l’erosione naturale abbia distrutto in parte alcune delle opere, come del resto ha cancellato anche le tracce lasciate dagli attrezzi di scavo, i ricercatori sono stati in grado di identificare una decina di altorilievi, di spessore variabile, che rappresentano camelidi ed equidi.
Gli animali, scolpiti a grandezza naturale, sono raffigurati privi di briglie, redini o cavezze, bensì riprodotti allo stato brado, nel loro ambiente. Una scena, in particolare, non ha precedenti: si possono ammirare un dromedario ed un asino; animale, quest’ultimo, raramente rappresentato nell’arte rupestre.
Alcune delle opere sono quindi tematicamente molto distinte da altre rappresentazioni spesso presenti in questa regione. Tecnicamente, differiscono anche da quelle scoperte in altri siti sauditi – spesso semplici incisioni di dromedari, graffiti non in rilievo – o dalle facciate scolpite di Al Hijr. Inoltre, alcune sculture del Camel Site sulle pareti rocciose superiori mostrano abilità tecniche indiscutibili.
Il Camel Site può essere considerato una delle principali vetrine dell’arte rupestre saudita, collocato com’è in una regione particolarmente favorevole alla scoperta archeologica.
Sebbene il sito sia difficile da datare, il confronto con un altro rilievo a Petra, in Giordania, porta i ricercatori a ritenere che le sculture siano state completate nei primi secoli o a.C. o D.C.
La sua posizione nel deserto, in vicinanza alle rotte carovaniere, suggeriscono che il Camel Site – che male si adattava alla funzione di insediamento permanente -.avrebbe benissimo potuto essere invece una località di sosta temporanea, dove i viaggiatori avevano la possibilità di riposare e ristorarsi, oppure un luogo di culto, dove fermarsi per pregare.