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I cambiamenti climatici potrebbero influenzare il cervello umano

Scritto da Leonardo Debbia il 16.12.2023

In un recente articolo pubblicato sulla rivista Nature Climate Change un team internazionale di scienziati sostiene che è stato dimostrato che un ambiente climatico in cambiamento influenzerebbe il funzionamento del nostro cervello e quindi, in futuro, la nostra funzione cerebrale.

La ricerca è stata condotta presso l’Università di Vienna con il contributo delle Università di Ginevra, New York, Chigago, Washington, Stanford, Exeter (Regno Unito) e del Max Planck Institute di Berlino.

Lo studio suggerisce anche quali strade possono percorrere, a questo punto, i ricercatori per comprendere ulteriormente queste nuove sfide e cercare di adottare le modalità con cui affrontarle.

Sappiamo da tempo che i fattori del nostro ambiente possono portare a cambiamenti nel nostro cervello”, afferma l’autrice principale, dott.ssa Kimberly C. Doell , dell’Università di Vienna.

Considerando gli eventi meteorologici estremi sempre più frequenti, associati al crescente inquinamento atmosferico, è fondamentale il modo in cui ci si approccia alla natura che oggi provoca stress e ansia per il cambiamento. Dobbiamo comprendere innanzitutto gli effetti di questo impatto sul nostro cervello, perchè solo così potremo cominciare a trovare modi differenti per mitigarne gli effetti”.

Gli ultimi studi sull’argomento affermano infatti che le dimensioni del cervello umano sono cambiate negli ultimi millenni. In buona sostanza, rispetto ai periodi più freddi della Terra, la dimensione media del cervello umano diminuisce quando il clima si riscalda.

Ricercatori del museo di Storia Naturale della California hanno reso noti questi risultati nello scorso mese di ottobre.

La ricerca effettuata era stata svolta dagli studiosi su 298 esemplari di Homo sapiens, distribuiti su un arco di tempo di 50mila anni, confrontando le temperature, l’umidità e le precipitazioni, ossia il clima relativo in cui si erano evoluti e constatando una diminuzione media del volume cerebrale pari al 10,7% durante le fasi di riscaldamento dell’atmosfera.

Questa scoperta ha indotto a ritenere che le dimensioni fisiche del cervello umano fossero quindi una risposta adattativa dell’organismo vivente al riscaldamento globale.

Il periodo di diminuzione delle temperature medie globali terminò con la fine del Pleistocene superiore, allorchè il clima prese a divenire più caldo e i crani umani a divenire gradualmente più grandi.

Tuttavia i ricercatori non pongono come unico fattore le oscillazioni delle temperature e non escludono di poter considerare anche il contributo di altri fattori che siano potuti intervenire sulla fisiologia del cervello umano.

Va sottolineato peraltro che una riduzione delle dimensioni del cervello non corrisponde ad una diminuzione dell’intelligenza e delle capacità cognitive, dipendenti queste da molti altri fattori.

Questo studio evidenzia comunque la necessità di analizzare più a fondo il rapporto intercorso tra riscaldamento ambientale e dimensioni del cervello umano per comprendere e spiegare i vari fattori che hanno influito, nel tempo, sull’evoluzione delle nostre capacità mentali.

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