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Lambeosaurus: uno degli ultimi giganti erbivori

Scritto da Andrea Maraldi il 11.02.2015

I dinosauri dal becco d’anatra, gli Adrosauri, raramente attraggono le attenzioni del pubblico nei film o nei documentari, essendo raffigurati perlopiù come un equivalente dei bovini o delle gazzelle: le poche volte che se ne vedono è solo per cadere immancabilmente vittime dei grandi predatori, o come “comparse” sullo sfondo, rispetto ai più celebri e spettacolari dinosauri cornuti. Ma ovviamente anche gli Adrosauri erano creature affascinanti, ed in alcuni casi persino maestose: il Lambeosauro è uno dei migliori esempi.

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Vissuto verso alla fine del periodo Cretaceo, circa fra i 75 ed i 65 milioni di anni fa , il Lambeosauro era un enorme erbivoro, lungo anche più di 15 metri e dal peso medio stimato attorno alle 6 tonnellate: insomma poteva superare del famigerato Tirannosauro, tanto per capirci. Se ne conoscono diverse specie, la più nota è Lambeosaurus Lambei, e ne sono stati ritrovati numerosi fossili in tutto il Nord America, dal Canada al Messico. Una delle due sottocategorie in cui si divino gli Adrosauri prende il nome da questo animale, i Lambeosaurini, e comprende tutti i dinosauri dal becco d’anatra dotati di creste elaborate, come i più famosi Parasaurolofo e Coritosauro: come loro anche il Lambeosauro era dotato di un’ampia cresta , percorsa da cavità interne dalla forma convoluta, che la rendevano una perfetta cassa di risonanza in grado di emettere vocalizzi complessi che erano sicuramente importanti per le interazioni sociali, dato che sappiamo grazie al ritrovamento di vari “cimiteri di massa” e di piste d’impronte che i dinosauri a becco d’anatra vivevano tutta la loro vita in branco, e che compivano lunghe migrazioni stagionali, analoghe a quelle dei grandi erbivori africani dei giorni nostri. Oltre alla cresta primaria, nella testa del Lambeosauro era presente anche una sorta di “spina” ossea che si protendeva dal retro della cresta, la cui funzione rimane poco chiara: secondo alcuni era un ulteriore strumento di display, secondo altri era un elemento di sostegno per una struttura di cartilagine e pelle ed andava a formare un’unica grande cresta nell’animale in vita.

Parlando del “becco d’anatra”, che ha fruttato a tutta la famiglia anche il nomignolo di “dinosauri-ornitorinco” è importante notare che non è indicativo in nessun modo di uno stile di vita anfibio, come si pensava un tempo, anzi all’interno della bocca del Lambeosauro e degli altri Adrosauri era celata una pazzesca quantità di piccoli denti, disposti su più file, che indicano che questi animali prediligessero nutrirsi di vegetali coriacei, quali felci e piante aghiformi, e che fossero attrezzati per ingerirne e masticarne in grandi quantità tutti i giorni della loro vita. Questo ovviamente non vuol dire che non venissero mai a contatto con l’acqua o che non sapessero nuotare, ma erano comunque innegabilmente animali terrestri prima di tutto. Viste le dimensioni inoltre, quasi certamente i Lambeosauri passavano quasi tutto il loro tempo su quattro zampe, sebbene potessero spostarsi per brevi tratti anche su due, e potessero impennarsi per apparire più grandi e minacciosi agli occhi di potenziali predatori.

Parlando di predatori, il Lambeosauro non doveva avere vita facile: essendo vissuto alla fine dell’era dei dinosauri ha dovuto fare i conti con coccodrilli giganti, vari rappresentanti della famiglia dei Tirannosauri e con gli ultimi “raptor”. Una volta raggiunta l’età adulta doveva avere pochi nemici naturali, viste le dimensioni ed il fatto che viveva in branco, ma il tasso di mortalità dei giovani era probabilmente molto alto, malgrado le cure dei genitori. Pur essendo i Lambeosaurini più grandi oggi noti, questa non era la varietà di “becco d’anatra” più grossa in assoluto: nell’altro ramo della famiglia, gli Adrosaurini, esistevano alcune specie che raggiungevano una taglia quasi da Sauropode, come l’Adrosauro asiatico Shantugosauro.

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