Gaianews

Peteinosauro

Scritto da Andrea Maraldi il 19.09.2014

In uno dei primi articoli di questa rubrica abbiamo visto uno degli ultimi e più grandi rappresentanti della famiglia degli Pterosauri, l’Hatzegopteryx, oggi invece parleremo di uno dei più piccoli ed antichi membri del gruppo, il Peteinosauro.

21-peteinosaurs

Innanzitutto c’è da dire che questa piccola creatura era nostra connazionale: il Peteinosauro infatti è stato scoperto in una cava in provincia di Bergamo, nei pressi di Cene. Faceva parte del gruppo dei Dimorfodontidi, il gruppo più antico di Pterosauri attualmente conosciuto, ed aveva un’apertura alare di circa 60 centrimentri. Non esattamente uno dei colossali mostri volanti che vediamo nei film a tema preistorico, insomma! Eppure si tratta comunque di una scoperta importantissima, essendo uno dei più antichi Vertebrati volanti al momento noto all’uomo: sì, conosciamo diversi rettili in grado di planare che sono contemporanei o persino precedenti al Peteinosauro, ma gli Pterosauri sono stati i primi ad essere dotati di tutti gli adattamenti anatomici che gli consentivano di volare sbattendo le ali, e viste le dimensioni ridotte il Peteinosauro sicuramente faceva uso di questa abilità molto più di frequente rispetto ai suoi discendenti giganti.

Un’altra cosa interessante è che il Peteinosauro, pur essendo fra i più antichi membri della sua famiglia, è già uno Pterosauro “fatto e finito”, ossia presenta alcuni caratteri primitivi, ed in effetti c’è chi discute sulla correttezza di collocarlo fra i Dimorfodonti, proponendo di considerarlo una specie cosiddetta basale e di porlo in un gruppo a parte, ma è comunque un rappresentante a tutti gli effetti del gruppo, e non ci sono animali intermedi che presentino caratteri in comune con questo animale vissuti prima di lui, a differenza di quanto accadde con coccodrilli e dinosauri (che formano il gruppo degli Arcosauri assieme agli pterosauri) e non è quindi irragionevole pensare che gli pterosauri siano una delle tipologie di rettili, fra quelle che hanno abitato e dominato la Terra durante l’era dei dinosauri, ad essere comparse per prime: forse i loro antenati potrebbero risalire persino al precedente periodo Permiano ed essere fra i pochi ad aver scampato la grante estinzione avvenuta alla fine di quell’età del mondo.

Tornando al Peteinosauro, anche se non siamo all 100% certi del suo aspetto e della sua collocazione nell’albero genealogico degli pterosauri, abbiamo almeno diversi indizi concreti sul suo stile di vita, grazie al luogo in cui è stato scoperto: la cava in cui fu scoperta contiene infatti rocce originatesi da sedimenti di origine fluviale o marina, e sono ricche anche di fossili di insetti, pesci e piccoli crostacei. Questo indizio, unito alla dentatura dell’animale, composta da piccoli denti conici, ci lascia capire chiaramente che il Peteinosauro prediligesse vivere vicino all’acqua, lungo le coste, le paludi o gli estuari fluviali, e che si nutrisse principalmente di insetti e piccoli animali che catturava in volo grazie alla sua abilità allora ineguagliata nello spostarsi in aria. Restare vicini all’acqua era una necessità anche per diverse altre ragioni comunque, dato che questo piccolo pterosauro è vissuto circa 210 milioni di anni fa, in pieno periodo Triassico, un intervallo di tempo della storia del nostro pianeta dove la terraferma era eccezionalmente arida e dove quindi era fondamentale vivere vicini a fonti d’acqua anche per cercare riparo nella vegetazione e contrastare l’escursione termica, oltre che per le più ovvie necessità fisiologiche. Il fatto di vivere in un habitat tanto inospitale probabilmente spiega anche il perché gli pterosauri fossero ricoperti di peluria, per meglio isolarsi dall’ambiente esterno nei momenti più caldi e più freddi della giornata.

© RIPRODUZIONE RISERVATA