E’ stata rinvenuta in Romania un’ antica moneta raffigurante un certo Sponsiano, probabilmente un governatore reggente per conto dell’imperatore Marco Giulio Filippo detto l’Arabo (244-249 d.C.). Un fedele funzionario che teneva alto il nome di Roma in un periodo estremamente critico dell’Impero o un usurpatore di cui erano andate perdute le tracce?
La moneta d’oro, ritenuta a lungo un falso, sottoposta ad un recente e più approfondito esame dall’ University College London (UCL), pare invece essere autentica. Secondo lo studio svolto, la moneta in questione raffigurerebbe il ‘misterioso’ Sponsiano, uno dei tanti comandanti che in quel periodo burrascoso avrebbe soppiantato il legittimo imperatore dell’epoca.
La moneta è conservata presso la collezione dell’ Hunterian Museum presso l’Università di Glasgow, come parte di una manciata di monete con lo stesso disegno riportate alla luce nel 1713 in Transilvania, l’odierna Romania.
Le monete, in un primo tempo, erano state considerate dei falsi a causa delle rozze e strane caratteristiche del loro design e delle iscrizioni impresse che apparivano confuse.
Nel nuovo studio, pubblicato su Plos One, i ricercatori, con analisi accurate, hanno confrontato queste monete con altre monete romane esposte nel Museo, comprese due la cui autenticità era indubbia.
Sulla superficie della moneta in esame sono stati trovati deposti minerali compatibili con un lungo seppellimento nel terreno e una successiva esposizione all’aria. I minerali appaiono esser rimasti cementati naturalmente dalla silice nel suolo per un tempo abbastanza lungo, mentre le facce della moneta mostrano segni di usura compatibili con una intensa circolazione della stessa tra mani diverse.
“L’analisi di queste rarissime monete riporta alla luce la figura di Sponsiano, una sorta di sostituto dell’imperatore che sedeva sul trono a Roma, un ‘governatore’ pro-tempore della Dacia romana in un momento in cui l’impero attraversava una dura crisi, dibattendosi tra guerre civili interne e popolazioni che dall’esterno minacciavano di oltrepassare i confini ed espandersi in invasioni del territorio romano”, spiega il prof. Paul N. Pearson dell’UCL.
Si sottolinea che la provincia della Dacia corrispondeva all’odierna Romania e che all’epoca era una regione ricca di miniere d’oro.
Studi archeologici hanno appurato che attorno al 260 d.C. quest’ area era stata tagliata fuori dal resto dell’Impero romano da vari gruppi etnici che erano riusciti ad isolarla dalla lontana capitale.
Le guarnigioni romana e dacia si erano raccolte attorno ad un ufficiale che, nel caos generale, aveva assunto il comando supremo della regione. Sponsiano, per l’appunto.
Dal momento che la moneta è sempre stata vista come simbolo di potere e autorità, non pare inverosimile che, isolato com’era, Sponsiano abbia stabilito di produrre una moneta ‘provvisoria’ con l’effige del suo volto al fine di sostenere un’economia che andava indebolendo quel territorio isolato di frontiera.
Quando queste monete furono scoperte, all’inizio del XVIII secolo, furono ritenute autentiche assieme ad altre imitazioni. Questa valutazione venne però capovolta nel secolo successivo e quindi su tutte rimase fino ad oggi l’ombra del dubbio sulla loro autenticità.
La recente ricerca si è avvalsa di mezzi accurati (luce ultravioletta, microscopia elettronica, a scansione e spettroscopia) per accertare con sicurezza l’autenticità delle monete.
Ora sappiamo che le monete ‘spontiane’ valide sono tutte originarie del ritrovamento del 1713, quattro al The Hunterian Museum di Glasgow ed una nel Museo Nazionale Brukenthal a Sibiu, Romania. A queste cinque si aggiunge ora la sesta moneta esposta nel Museo di Glasgow.
Jesper Ericsson, curatore di numismatica presso il The Hunterian, auspica che altri musei che detengono monete simili a questa, si facciano avanti sia nell’interesse della numismatica stessa che per fornire altre prove sull’esistenza e la figura storica di Sponsiano.