Le prime misurazioni relative all’esposizione a sostanze inquinanti – potenziali causa di stress ossidativo – effettuate all’interno di autoveicoli nelle ore di punta del traffico di una grande città negli Stati Uniti, hanno dato risultati a dir poco allarmanti.
Infatti, i livelli di alcune forme di particolato potenzialmente dannoso sono stati rilevati proprio all’interno delle auto e – fatto inquietante – i valori di questi livelli sono risultati presenti in percentuale doppia rispetto a quanto ci si potesse aspettare.
La maggior parte dei rilevatori dell’inquinamento da traffico sono localizzati a terra, lungo le strade, e analizzano campioni di aria 24 ore su 24.
Tuttavia, la composizione e la concentrazione dei gas di scarico nell’ambiente cambiano abbastanza rapidamente; e quindi gli automobilisti, all’interno dei veicoli, sperimentano condizioni diverse rispetto ai sensori posti lungo le strade.
Nei campionamenti sul lungo termine poi, risulta meno evidente la variabilità correlata a fasi di congestione del traffico e all’instabilità delle condizioni ambientali.
Così, per conoscere quali automobilisti siano effettivamente più esposti ai fattori inquinanti durante le ore di punta, i ricercatori della Duke University, North Carolina, della Emory University e dell’Istituto di Tecnologia della Georgia, in una ricerca congiunta, hanno collocato dispositivi di campionamento, appositamente progettati, ai sedili delle auto in situazioni di traffico congestionato nelle ore di punta del centro della città di Atlanta, Georgia.
Ebbene, tutti i dispositivi hanno rilevato una quantità di particolato doppia rispetto ai rilevatori stradali.
I ricercatori hanno scoperto anche una doppia percentuale di un cocktail di sostanze chimiche che solitamente vengono associate allo stress ossidativo, il responsabile – si ritiene – dello sviluppo di molte malattie respiratorie e cardiache, di tumori e di alcuni tipi di malattie neurodegenerative.
Lo stress ossidativo è, di fatto, una condizione patologica dell’organismo che si ha a seguito di una rottura dell’equilibrio tra produzione ed eliminazione dei sistemi di difesa antiossidanti da parte di agenti chimici ossidanti.
Lo stress ossidativo è ritenuto coinvolto in una vasta gamma di malattie, quali la sindrome di Asperger, l’ADHD, il cancro, il Parkinson, l’Alzheimer , l’aterosclerosi, l’insufficenza cardiaca , la sindrome da affaticamento cronico e la depressione.
I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista Atmospheric Environment.
“Se queste sostanze chimiche sono così dannose, i pendolari del traffico dovrebbero seriamente riconsiderare le loro abitudini di guida”, afferma Michael Bergin, docente di Ingegneria civile e ambientale alla Duke.
Il dispositivo di campionamento utilizzato per la ricerca è stato ideato da Roby Greenwald, ricercatore e docente alla Emory. L’apparecchio aspira aria in una percentuale simile ai polmoni umani per fornire livelli rilevabili di inquinamento ed è stato montato negli abitacoli di più di 30 auto, di marche e modelli diversi.
Degli automobilisti coinvolti nella ricerca, alcuni hanno effettuato percorsi autostradali, mentre altri si sono immessi nel traffico del centro-città di Atlanta. Mentre alcuni dettagli, quali la velocità e i finestrini abbassati, sono stati considerati variabili di poco conto, tutti i valori dei campionamenti hanno espresso più rischio nell’esposizione all’aria all’interno delle auto rispetto alle precedenti ricerche condotte con i campionamenti sulle strade.
“Ci sono molti motivi per cui un campione d’aria in auto può avere tassi di inquinamento più elevati di alcuni tipi di inquinamento atmosferico”, spiega Heidi Vreeland, ricercatrice del laboratorio di Bergin. “La composizione chimica dello scarico cambia molto rapidamente, anche nello spazio di pochi metri. E il sole del mattino che scalda l’asfalto raddoppia l’inquinamento dell’aria”.
Le specie reattive di ossigeno rilevate da questo studio possono causare nel corpo la produzione delle sostanze chimiche che fanno fronte all’ossigeno reattivo.
Le particelle causano la stessa risposta. In combinazione, l’esposizione all’inquinamento innesca un’eccessiva reazione che può essere distruttiva per le cellule sane dell’organismo e per il DNA.
“Non sappiamo ancora quali siano i tipi di inquinamento più dannosi”, avverte Bergin. “Ma il punto essenziale che abbiamo appurato è che la guida durante le ore di punta è peggiore di quanto si fosse ritenuto”.