La Luna potrebbe essersi formata in poche ore. Questo è il nuovo, sconcertante annuncio che ci viene dato dal Centro Ricerche Ames della NASA, (Silicon Valley in California).
Finora la maggior parte delle teorie sulla genesi lunare riteneva che la Luna fosse stata generata dall’aggregazione dei detriti provocati dalla collisione tra la Terra e un corpo celeste più piccolo, delle dimensioni di Marte, chiamato Theia.
Ricostruzione dell’impatto tra Theia e la Terra primordiale (credit: Ames Research Center della NASA)
Tutti gli studiosi concordavano nel sostenere che il processo di addensamento del materiale residuale orbitante conseguente all’urto avesse richiesto mesi, se non anni, per essersi concluso con la formazione di un nuovo piccolo oggetto celeste.
Ora, gli scienziati statunitensi affermano che probabilmente questo processo potrebbe essersi svolto nel giro di poche ore.
Nella ricostruzione degli eventi, miliardi di anni fa, la Terra avrebbe avuto un aspetto diverso dall’attuale e sarebbe entrata in collisione con un oggetto celeste molto simile, ma di modeste dimensioni, la famigerata Theia.
Questo evento ha appassionato gli studiosi di tutti i tempi, ma non si è mai giunti ad una teoria univoca e soddisfacente che rispondesse a tutti gli interrogativi.
Qualcuno era propenso a ritenere che i frammenti delle zone d’urto si fossero fusi e consolidati durante le orbite che compivano attorno a quel che restava del vecchio pianeta Terra; un processo che avrebbe certamente richiesto molto tempo.
Ebbene, oggi, una simulazione in laboratorio consente di poter ridurre il tempo di aggregazione dei frammenti orbitanti a soltanto poche ore, durante le quali il materiale residuale avrebbe dato origine ad un nuovo piccolo corpo celeste; la Luna, appunto.
“Dobbiamo cercare nuovi punti di partenza per l’evoluzione della Luna”, sostiene Jacob Kegerreis, ricercatore del Centro di Ricerca Ames e autore di una pubblicazione sulla rivista
The Astrophysical Journal Letters. “Il progetto che abbiamo messo in atto è nato senza che ci si potesse immaginare risultati tanto clamorosi!”.
Operando alla più alta risoluzione possibile , le simulazioni utilizzate nella ricerca sono state molto dettagliate.
Comprendere le origini della Luna richiede l’utilizzo di ogni conoscenza acquisita: il calcolo più attendibile della sua orbita, l’esatto valore della sua massa, senza contare le analisi quanto più accurate possibili dei campioni di roccia lunare venuti in nostro possesso dalle missioni spaziali.
Le teorie precedentemente elaborate sono in grado si spiegare alcuni aspetti della Luna, quali la sua massa e la sua orbita, senza tuttavia spiegare esaurientemente il perchè la sua composizione sia così simile a quella della Terra.
La composizione di un materiale si studia in base alla sua firma isotopica, indizio chimico che può informarci quando, dove e come quel materiale si è formato. I campioni lunari analizzati in laboratorio hanno mostrato firme isotopiche molto simili alle rocce terrestri, a differenza di rocce provenienti da Marte o altre zone del sistema solare.
A questo punto, non resta che concludere che la Luna abbia elementi compatibili con un’origine e una evoluzione comune a quelle della Terra.
Finora il mescolamento conseguente alla collisione aveva mostrato una ridotta presenza di rocce terrestri. Le somiglianze così strette e abbondanti nella quantità di detriti potevano essere spiegate soltanto con una somiglianza isotopica tra la Terra e Theia, un evento improbabile.
Ora si ritiene che il materiale di origine terrestre abbia invece contribuito a formare la maggior parte della Luna, in particolare i suoi strati più esterni.
Solo così si può spiegare la somiglianza tra rocce lunari e rocce terrestri.