È passato il Natale. Quest’anno visto il recente grave lutto non sono stata assalita dalla “febbre” del regalo. È stato magnifico. Non ho vagato per negozi, non ho cercato quella cosina, quell’oggettino, quell’inutile, inutile orpello, credevo avrei, non dico sofferto, ma perduto qualcosa, un gusto particolare, la sorpresa. Invece no! Ben inteso qualche regalino l’ho fatto e l’ho ricevuto, ma giusto quelli dei più intimi e vicini, quelli di famiglia. Agli amici, a tutti coloro cui voglio bene e sono però lontani ho regalato quest’anno, divise in modo equanime, donazioni a cani, gatti e bambini.
Immagino che avrei dovuto dire bambini, cani e gatti, ma in modo scandaloso vi posso dire che cambiando la posizione degli addendi la somma non cambia. Innocenti tutti in qualche modo, tutti ho privilegiato nel mio cuore, insieme a mio marito che è stato subito d’accordo con me.
Avendo la fortuna di avere contatti diretti i nostri soldi sappiamo essere già a buon frutto: per gatti, bambini, cani (visto? La somma è uguale!).
So che nel Vangelo si dice che non bisogna menar vanto o dire quando si fa un atto di elemosina, ma io penso di poterne parlare per due motivi.
In primo luogo dire una cosa che molti fanno e che pochi dicono è essenziale. Se un’iniziativa è bella e ci si crede deve essere divulgata perché molti di più farebbero regali così se solo venisse in mente, se solo si pensasse che è facile, che basta un computer o anche la possibilità di donare a qualcuno che si conosce e ha bisogno. E così parliamone, diciamo che facciamo questi regali invece di inutili cose o magari insieme inutili e piacevoli cose, non è che uno escluda l’altro… diciamolo perché doventi “tradizione”: il presepio, l’albero di Natale, la donazione.
In secondo luogo io cambierei nome, non si tratta di elemosina, né di vera donazione in fondo, anzi si tratta di redistribuzione: io non penso di aver donato, ma restituito! E allora non meno vanto di un’elemosina, semplicemente restituisco una minima parte del mio debito, ancora sono creditore, molto di più dovrei restituire per riequilibrare un poco questo mondo sbilanciato. Per essere ovvia: a Natale noi, pur essendo sobri, alla fine mangiavamo per inerzia e golosità, intanto molti altri a poca distanza morivano e muoiono di fame o di malnutrizione.
Banalità, frasi da brave persone a Natale, a dire il vero d’esser banale proprio non m’importa, anzi mi riempirò la bocca di queste banalità finché lo squilibrio sarà così forte e dirò con forza: facciamo un po’ di giustizia, a cominciare dai nostri regali di Natale.
Per chi ancora non ci avesse pensato ecco dunque un piccolo suggerimento per un felice 2011, felice per quante più persone possibile intorno a noi: spargiamo la voce!