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Google glass: ecco come controlleranno le epidemie

Scritto da Elisa Corbi il 28.02.2014

Gli scienziati affermano che i tanto chiacchierati Google Glass (occhiali con capacità informatiche), di cui tanto si parla per le loro molteplici funzioni, potrebbero potenzialmente salvare molte vite umane.

Ciò che è stato segnalato è lo sviluppo di un’applicazione che cattura l’immagine di una striscia di test diagnostico, inviando i dati ad un computer che a sua volta esegue rapidamente un report diagnostico per l’utente. L’informazione potrebbe dunque aiutare i ricercatori a monitorare la diffusione delle malattie in tutto il mondo. Lo studio è stato pubblicato su ACS Nano, rivista dell’ American Chemical Society.

Google Glass

“E’ molto importante individuare le minacce emergenti per la salute pubblica, prima che un’epidemia si diffonda e si perdano molte vite”, spiega Aydogan Ozcan. “Con la nostra app per Google Glass e la nostra potenza di elaborazione dell’analisi dei dati, possiamo fornire i risultati dei test biomedici per i singoli pazienti, oltre ad analizzare tutti i dati per determinare se un focolaio è imminente.”

I Google Glass si presentano come un paio di occhiali senza lenti, ma con un piccolo schermo rettangolare trasparente vicino all’occhio destro che funziona come un piccolo schermo del computer. Si tratta di occhiali ipertecnologici che permettono di scattare foto, registrare video, inviare mail, ottenere in tempo reale informazioni su meteo e traffico. Per quanto riguarda l’Italia, non si è ancora a conoscenza di quando arriveranno.
L’app progettata da Ozcan e colleghi presso l’Università della California, utilizza una fotocamera integrata per scattare una foto per un test diagnostico, chiamato test immunocromatografico a flusso laterale.

Il computer dunque trasmette le immagini di queste strisce reattive con il Quick-Response personalizzato creato (noto come “QR”), identificando i codici molto più potenti per l’analisi. E in seguito un risultato diagnostico viene quantificato per l’utente di Google Glass. Se l’utente si trova in una zona remota senza Wi-Fi, allora può connettersi tramite uno smartphone per trasmettere i dati con informazioni geografiche e per il monitoraggio della malattia.
Nei test pilota, il team ha utilizzato con successo il metodo con l’HIV e l’antigene prostatico specifico (noto come “PSA”). I risultati sono stati disponibili entro otto secondi per ogni singola prova.

Altri dispositivi medico-diagnostici basati sulla tecnologia smartphone, tra cui uno di recente sviluppato dal team di Ozcan, richiedono attrezzature aggiuntive da collegare al dispositivo, oppure ne richiedono una vasta manipolazione. Ma i ricercatori fanno notare che la loro applicazione Glass Google non richiede alcun hardware esterno.

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