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Scoperta nel nord della Siria rete militare di 4000 anni fa

Scritto da Leonardo Debbia il 31.12.2017

La scoperta di oltre un migliaio di siti in Siria ci porta ad una maggiore conoscenza degli eventi che condussero al popolamento graduale delle steppe asiatiche durante la storia antica del Vicino Oriente.
L’analisi recente di immagini aeree e satellitari ha consentito infatti la scoperta di una vasta rete di sorveglianza e di comunizìcazione ben strutturata, risalente all’Età del Bronzo Medio (II millennio a.C.)

Fortificazioni-siria

Rampa d’accesso a Qal’at al-Rahiyya (in Siria), veduta verso il nord-ovest (crediti: CNRS)

Questo studio, condotto da ricercatori del laboratorio Archéorient – Environment et socieétés de l’Orient ancien – CNRS / Université Lumière Lyon 2 – in collaborazione con studiosi della Direzione generale delle Antichità e dei musei della Siria, è stato pubblicato sulla rivista Paléorient il 19 dicembre scorso.

La regione, esplorata dalla missione franco-siriana con l’obiettivo “Marges arides de Syrie du Nord”, si trova ad est della città di Hama e si estende per circa 7000 Km quadrati.
Posizionata nel territorio tra le regioni sedentarie densamente popolate della Mezzaluna fertile ad ovest e le steppe desertiche abitate da popolazioni nomadi ad est, non è stata costantemente occupata da insediamenti umani.

Qui, il team multidisciplinare della missione geo-archeologica ha riportato alla luce siti particolarmente ben conservati, tra cui una rete di sorveglianza fortificata del territorio, risalente al secondo millennio a.C.
E’ la prima volta che un sistema fortificato così esteso viene scoperto in questa regione.

Questa struttura, eccezionale per la sua estensione e progettata di sicuro per proteggere le aree urbanizzate e il loro entroterra, è composta da una serie di fortezze, piccoli fortini, torri e recinti disposti lungo la dorsale montuosa che domina le steppe della Siria centrale.
I lavori dei ricercatori suggeriscono che le fortezze siano state ricavate usando grossi blocchi di basalto grezzi, non squadrati, ma che abbiano costituito mura possenti, con uno sviluppo di diversi metri sia in larghezza che in altezza.

Ogni sito fortificato era posizionato in modo tale da garantire l’attenta sorveglianza del territorio circostante ed essere ben visibile agli altri, in funzione di avvertimento.

La dislocazione e l’organizzazione sul terreno di questa rete permetteva poi di comunicare tra punti di vedetta diversi attraverso segnali, eseguiti mediante fuochi o fumo, con l’intento di un rapido scambio di informazioni che venivano inviate ai centri maggiori del potere.

Lo scopo di questa rete regionale era sicuramente la difesa del territorio, la sorveglianza e la protezione dei corridoi di trasporto di merci e persone all’interno delle aree abitate.
Questi risultati consolidano le osservazioni sul campo condotte prima dell’esplorazione, che
avevano già permesso di datare i siti usando le ceramiche raccolte sul posto.

L’accesso alle osservazioni aeree e satellitari, dal 1960 ad oggi, ha consentito di ricostruire la rete oltre i limiti della zona esplorata che si è rivelata estendersi per una distanza da nord a sud di circa 150 chilometri.

Leonardo Debbia

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