Parla di “ultima chiamata”, il presidente di Federparchi, Giampiero Sammuri, riguardo alla riforma della legge quadro sui parchi. Legge a firma del del Senatore PDL D’Alì, ad oggi in attesa di giudizio per concorso esterno in associazione mafiosa.
“Ultima chiamata” per tutti coloro che ad oggi a questo riforma si sono opposti e che, alla proposta di approvazione dell’urgenza in Senato, si sono dichiarati fermamente contrari. Era lungo il cartello di associazioni ambientaliste che si opponevano: WWF, FAI, LIPU le maggiori e associazioni di professionisti del settore. Favorevoli invece Legambiente e Coldiretti.
L’urgenza è stata approvata il 10 settembre scorso. Ma quali sono le criticità che contrappongono le associazioni? La gestione della fauna selvatica attraverso la caccia, il meccanismo delle royalties, il meccanismo di elezione dei direttori, la composizione del consiglio direttivo.
AIDAP, l’associazione dei direttori dei parchi, ha fatto sapere presto, attraverso il suo presidente Andrea Gennai, che avrebbe partecipato ad un tavolo dei lavori insieme con Federparchi.
E a quanto riporta lo stesso Giampiero Sammuri, un incontro preliminare fra i due leader ha già portato alla convergenza “sull’85% degli argomenti”.
“Nel nostro incontro, soli e senza rispettive tifoserie,” ha spiegato Sammuri, “abbiamo esaminato articolo per articolo entrando veramente nel merito. Bene, il risultato finale è stato una grande condivisione sulle cose che nel testo approvato vanno bene, su quelle che mancano e su quelle che vanno modificate. Non posso dire che eravamo d’accordo al 100%, ma se dovessi dare una percentuale direi all’85%. Naturalmente era una chiacchierata tra presidenti di due associazioni che sono articolate, che hanno organi e che quindi necessitano anche dei passaggi appropriati per marcare o modificare posizioni. Però mi sento di dire che per Federparchi è senz’altro un percorso possibile, che mi auguro si possa fare anche con altri.”
E continua Sammuri, “Il percorso parlamentare (ancora lungo) consentirà tutti gli approfondimenti possibili ed io mi auguro che il germoglio scaturito dall’incontro con il presidente di AIDAP, possa sbocciare anche con altri soggetti. Noi siamo disponibili se si discute di merito, altrimenti continueremo a dialogare con i soggetti con i quali l’abbiamo fatto in questi anni, ma sarebbe una cosa negativa. Purtroppo questa è quasi l’ultima chiamata…”
All’ultima chiamata rispondono Aigap e Associazione 394, Associazioni dei guardiaparco e del personale delle Aree protette
Nel comunicato congiunto le due associazioni ribadiscono la non necessità dell’urgenza richiesta: la modifica della legge necessitava di altre e approfondite discussioni. Ma ormai il dado e tratto e pur ribadendo le maggiori criticità, le associazioni si dicono disponibili a rispondere alla chiamata.
“Certo, il riferimento all’ultima chiamata suona quasi come un ultimatum,” dichiarano le associazioni, “che porta con sé il grave carico di responsabilità per le scelte che saranno decise a livello legislativo, comunque in tempi brevi. Purtroppo il percorso parlamentare, infatti, potrebbe non essere lungo; certamente sarà abbreviato rispetto a quello ordinario e forse insufficiente per un’analisi approfondita di temi tanto delicati, tanto da preoccupare non solo noi, ma anche quasi tutte le maggiori associazioni ambientaliste e culturali.”
Le associazioni ribadendo che la loro disponibilità a concentrarsi su royalties, caccia, elezione dei direttori e composizione dei Consigli Direttivi, ci tengono a sottolineare che “Ci sono, inoltre, questioni più spinose e urgenti che, invece, la riforma non prende in considerazione, come ad esempio il tema dell’armonizzazione tra i diversi livelli normativi e istituzionali (Direttive europee/Stato/Regioni) e l’intreccio di competenze tra più enti, nonché aspetti cruciali per il miglioramento dell’efficienza dell’azione dei parchi, a partire proprio dalla fondamentale classificazione giuridica degli enti di gestione, dal sistema sanzionatorio, dal rapporto con gli organi di sorveglianza.”
E concludono: “Giunti a questo punto dell’iter di approvazione della legge, e in considerazione dei rischi di cui abbiamo parlato, non ci resta quindi che confermare la nostra disponibilità al dialogo, auspicando vivamente che si possa realizzare il confronto ipotizzato per discutere serenamente nel merito della modifica della Legge 394, al fine di condividere proposte di possibili emendamenti che possano essere utili al bene di tutti.”