Il ministro della Salute Renato Balduzzi ha detto che gli esperti prevedono un picco di decessi nei prossimi anni dovuti all’amianto. Durante la Seconda Conferenza governativa sull’amianto, che ha preso il via il 22 novembre a Venezia, è stato fatto il punto sulla situazione sul tumore maligno che affligge il sistema respiratorio.
“Da un punto di vista di sanità pubblica – si legge nell’intervento – vi è interesse soprattutto a prevedere l’evoluzione dell’epidemia di mesotelioma maligno in seguito alla progressiva adozione nei Paesi occidentali di misure di contenimento dell’esposizione ad amianto o di vero e proprio bando.”
Negli Stati Uniti ed in Svezia, dove i consumi di amianto sono diminuiti più precocemente, il Ministro afferma che è già in corso una diminuzione dei tassi di mortalità e di incidenza. In Paesi come Olanda o Gran Bretagna, invece, la frequenza di mesotelioma maligno è ancora in crescita, pur con un possibile rallentamento.
Laddove i consumi sono cresciuti, come nei Paesi in via di sviluppo, le limitate statistiche disponibili suggeriscono che l’epidemia sia attualmente al suo esordio.
Il picco in Italia. Secondo le proiezioni pubblicate per l’Italia, basate su differenti modelli, ci sono due possibili scenari: uno che prevede un picco di circa 800-1.000 decessi all’anno tra il 2010 ed il 2020, e un altro che prevede tra il 2012 e il 2025 lo stesso numero stimato di morti l’anno. Dopodiché, sarebbe previsto un declino relativamente rapido grazie alle misure adottate per prevenire la contaminazione degli ultimi anni.
“Si tratta di numeri – continua il comunicato – che possono non far trasparire la gravità del fenomeno e il dramma dei pazienti e dei loro familiari, ma le Autorità sanitarie non possono non dare rilevanza a tale fenomeno e adottare idonee contromisure.”