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Identificato gene che contribuirebbe all’anoressia

Scritto da Elisa Corbi il 13.09.2013

Il più grande studio sul DNA legato all’anoressia nervosa ha collegato il disturbo alimentare a un gene che codifica  un enzima che regola il metabolismo del colesterolo. La scoperta suggerisce che l’anoressia potrebbe essere causata in parte da una perturbazione nel normale trattamento del colesterolo, che può disturbare l’umore e il comportamento alimentare.

anoressia

“Questi risultati portano verso una direzione che probabilmente nessuno avrebbe mai pensato di prendere prima”, ha detto Nicholas J. Schork, professore presso l’Istituto Scripps Research (TSRI). Schork è stato il ricercatore senior per lo studio multicentrico, che è stato pubblicato recentemente sulla rivista Molecular Psychiatry.

L’anoressia colpisce fino all’1 per cento delle donne e ha un tasso di mortalità stimato in più del 10 per cento, il che la rende forse la più mortale tra le malattie psichiatriche.  Le anoressiche si limitano severamente nel mangiare e percepiscono il loro corpo come perennemente grasso.  Gli individui con anoressia nervosa tendono ad essere perfezionisti, ansiosi, depressi e ossessivi, ha detto Walter Kaye, co-autore dello studio,  professore presso la University of California (UC).

Come questa  malattia si sviluppi non è ancora stato pienamente compreso. L’anoressia colpisce soprattutto le ragazze e le giovani donne (il rapporto di genere stimato è di quasi 10,1) e sembra essere influenzata in parte da fattori culturali, sociali e da stress. Eppure studi sui gemelli indicano che i fattori genetici hanno una grande influenza.

La domanda è: quali sono i fattori genetici? Gli studi hanno finora prodotto pochi risultati replicabili. I ricercatori sospettano che molti geni possano contribuire alla malattia e quindi solo ricerche di grandi dimensioni avranno il potere statistico per rilevarli.

Per questo progetto, Schork ha lavorato con un team internazionale di collaboratori che rappresentano più di due dozzine di istituzioni di ricerca. Il progetto si è avvalso inoltre delle informazioni genetiche di oltre 1.200 pazienti anoressici  e quasi 2.000 soggetti di controllo non anoressici.

Per uno studio iniziale in 334 soggetti, i ricercatori hanno catalogato le varianti di un grande insieme di geni che erano già stati collegati a un comportamento alimentare o erano stati segnalati in studi precedenti. Di 150 geni candidati, solo una manciata ha mostrato segnali statistici di un legame con la malattia.

Uno dei segni più forti è venuto dal gene EPHX2, che codifica un enzima che regola il metabolismo del colesterolo. “Nessuno mai aveva segnalato che questo gene avesse un ruolo marcato nell’ anoressia”, ha detto Schork.

La squadra in seguito ha fatto diversi studi di replica, ognuno con una differente coorte di pazienti e controllo. Gli scienziati hanno continuato a trovare la prova che certe varianti di EPHX2 si verificano più frequentemente nelle persone affette da anoressia.

Non è ancora chiaro come le varianti di  EPHX2  che provocano un metabolismo anormale del colesterolo aiuterebbero  l’anoressia. Ma Schork ha notato che le persone con questa patologia  spesso hanno livelli elevati di colesterolo nel sangue, pur essendo gravemente malnutrite. Inoltre altri studi hanno dimostrato che la perdita di peso, ad esempio in persone affette da depressione, può portare ad un aumento dei livelli di colesterolo. Al tempo stesso, vi è la prova che questo ha una correlazione positiva con l’umore. 

“L’ipotesi è che in alcune anoressiche il normale metabolismo del colesterolo sia perturbato e questo potrebbe influenzare il loro stato d’animo e la loro capacità di sopravvivere nonostante la severa restrizione calorica”, conclude Schork.

 

 

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