Gaianews

Intervista a Mark Buchanan, fisico e scrittore, al Festival Bergamo Scienza 2010

Scritto da Paolo Ferrante il 12.10.2010

L’esplosione di Internet negli ultimi venti anni ha portato alla ribalta il concetto di Network, di rete. Ma cosa è veramente una rete e come funziona hanno iniziato a capirlo solo pochi matematici in giro per il mondo negli ultimi anni, già dopo che non solo Internet, ma anche molti altri tipi di rete si erano diffusi in giro per il mondo.

Ricordiamo, a tal proposito, che quasi ognuno di noi ha un telefono portatile collegato virtualmente a ogni altro telefono nel mondo, cosa che solo 30 anni fa sembrava qualcosa di fantascientifico. Ma anche le poste o i corrieri espressi rappresentano esempi di rete. I corrieri infatti sono i fili di una fitta trama che si intreccia tra i mittenti e i destinatari di lettere e pacchi di ogni genere.

Il convegno a cui Buchanan ha partecipato a Bergamo Scienza 2010 è stato incentrato su alcuni aspetti delle reti che ancora sfuggono alla nostra comprensione. Come fa un’epidemia a raggiungere tutti i potenziali destinatari durante la stagione invernale? Come si può prevenire un attacco globale alla rete di internet, che oggi rappresenta il centro nevralgico di molte attività umane e il cui malfunzionamento sarebbe una catastrofe economica, ma non solo?

Una scienza che tenta di dare risposte a questi interrogativi è chiamata scienza delle reti complesse, che analizza le diverse caratteristiche delle reti che si vogliono studiare e cerca di individuarne un modello esemplificativo. Attraverso questo modello, che è diverso per ogni rete, si potrà tentare di individuarne le vulnerabilità e magari correggerle prima che vengano sfruttate a nostro danno.

Siamo riusciti a porre due domande a Mark Buchanan al termine della conferenza, che ha gentilmente accettato di rispondere.

In questi giorni stiamo assistendo al vero problema in Cina, la democrazia. Il premio Nobel per la Pace 2010 sembra avere qualche problema per questo. Come le reti e internet in particolare sono collegati con questo problema?

Una cosa è nella dinamica delle opinioni e l’attitudine della gente verso le idee, che è fortemente influenzata dalla struttura della rete. Si possono trovare blocchi dove informazioni non entrano mai, ed altre regioni dove fluiscono molto facilmente. E poche, molto poche connessioni in più fanno la differenza tra un’area dove le persone omogeneamente pensano una cosa, che non corrisponde necessariamente con le tutte le informazioni presenti all’interno della rete, e altre aree. Quindi poche connessioni in più possono fare una grande differenza. Ed è per questo che in Cina ci sono alcune persone coraggiose ancora a lavoro in internet, nel tentativo di permettere ad alcune informazione di fluire liberamente, e questo è di cruciale importanza.

Si può collegare il concetto di rete con quello di democrazia?

Credo di sì. E credo che sia una cosa a cui la gente non pensa molto. Credo che noi spesso abbiamo la convinzione che le nostre idee e le nostre opinioni vengano solo dalla nostra testa, e quindi siamo portati a credere che quello che pensiamo deve essere vero. E’ un’idea che ci piace molto quella di avere un potere individuale di decisione, ma non è così.

Siamo fortissimamante influenzati da quello che leggiamo, da quello che vediamo nella pubblicità, in televisione, in radio. Le nostre opinioni si formano pesantemente in base all’ambiente in cui ci troviamo. E il nostro ambiente è fortemente influenzato dalla rete di informazioni che fluiscono verso di noi o non riescono ad arrivare fino a noi.

Ad esempio, ci sono degli studi negli Stati Uniti che hanno osservato i vari blog politici influenzati rispettivamente della destra e della sinistra. E molta gente che legge blog di destra, legge solo blog di destra. Semplicemente si sposta da un blog di destra ad un altro blog di destra. E loro vivono in questa specie di universo, che è una specie di universo chiuso. Le persone che leggono blog di sinistra fanno qualcosa di simile, e non ci sono molte connessioni tra questi due diversi mondi.

Quindi abbiamo bisogno di qualcosa di nuovo che rompa queste divisioni tra diversi sottoinsiemi, per avere in ultimo una democrazia migliore, dove tutte le idee possano essere ascoltate e giudicate  in un modo più equo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA