Dopo lo spettacolare lancio dello scorso 16 febbraio, il cargo spaziale europeo è ora nella sua orbita attorno alla Terra, come previsto. I responsabili della missione si stanno preparando per accoppiare la sua traiettoria con quella della Stazione Spaziale Internazionale, dove attraccherà il prossimo 24 febbraio.
Dopo un ritardo di un giorno del lancio, il nuovo Automated Transfer Vehicle (ATV) Johannes Kepler è stato portato in orbita da un vettore Ariane 5 dallo spazioporto europeo di Kourou, nella Guiana francese, alle 22:50 di mercoledì scorso. Pochi minuti dopo, il veicolo ha raggiunto la sua orbita operativa iniziale a 260 km di altitudine.
I responsabili della missione hanno iniziato immediatamente a controllare i parametri della navicella e ad avviare le sequenze programmate – compresa l’apertura delle quattro grandi ali solari – che servono a produrre energia elettrica per il funzionamento delle apparecchiature.
Attraverso un sistema di satelliti di tracciamento della NASA, l’ATV è costantemente monitorato e invia i segnali di posizionamento al centro di controllo di Tolosa, in Francia. Dalla sua orbita provvisoria, infatti, dovrà arrivare a 350 km di altitudine e avvicinarsi alla ISS per l’attracco. Entro il 24 febbraio, l’ATV sarà a soli 30 km dalla stazione.
“Abbiamo avuto un eccellente inserimento in orbita dell’Ariane, e lo stesso veicolo spaziale ATM sta funzionando alla perfezione. Con il ritardo del lancio di un giorno, l’attracco alla ISS è attualmente fissato per un giorno in ritardo rispetto a quanto inizialmente previsto, quindi il 24 febbraio”, ha detto dell’ESA Alberto Novelli, responsabile della Divisione ATV Operations.
Nel 2008, dopo il lancio del primo ATV, Jules Verne, la navicella ha impiegato quasi tre settimane per eseguire una serie di manovre di prova che dovevano dimostrare che il suo sistema automatico di aggancio funzionava come previsto.
“Questa volta arriveremo fino alla stazione in appena una settimana,” ha detto Novelli.
“ATV è un veicolo spaziale veramente europeo. Il volo richiede esperti dell’ESA, delle agenzie partner e delle industrie di una mezza dozzina di Paesi”, ha detto Bob Chesson, responsabile del volo spaziale umano dell’Operations Department dell’ESA.
“Costruire queste navicelle, portarle in orbita e utilizzarle richiede molto duro lavoro e dedizione da parte centinaia di persone”.
E l’ATM nasce in parte in Italia, nei laboratori di Thales Alenia Space. Diviso in due parti, quella anteriore del diametro di 4,6 metri che ospita i materiali da trasportare, è pressurizzata e proviene dall’Italia assieme ai sistemi del controllo termico passivo, dell’alimentazione elettrica dei sensori ottici, degli apparati di telecomunicazione per le telemetrie. Insomma c’è molto lavoro tricolore su questo veicolo che garantisce la continuità della vita sulla stazione. Kepler è il secondo veicolo che compie questo servizio dopo Jules Verne utilizzato nel 2008. Il prossimo che ESA si appresta a costruire si chiamerà “Edoardo Amaldi”, in onore del grande fisico collaboratore di Enrico Fermi.