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Il rover Curiosity rileva la stratificazione di un lago su Marte

Scritto da Leonardo Debbia il 12.06.2017

Secondo i dati forniti nei primi tre anni e mezzo di missione dal rover Curiosity della NASA, un gigantesco lago che si estendeva su Marte in epoche remote ha mantenuto condizioni ambientali stabili, che mostrano tuttavia significative differenze tra una parte e l’altra del lago.

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Sedimenti in un lago marziano. La Mastcam del rover mostra un modello tipico di deposito di sedimenti stratificati uniformemente nelle vicinanze di acqua corrente in entrata nel lago (credit: NASA / JPL-Caltech / MSSS)

Mentre il lavoro precedente aveva rivelato la presenza di un lago dell’età di oltre tre miliardi di anni all’interno del Cratere Gale, questo studio definisce le condizioni chimiche di quel lago e utilizza la sofisticata strumentazione del rover per determinare che il lago doveva avere un bacino con depositi stratificati.

I corpi d’acqua stratificati presentano differenze chimiche o fisiche anche notevoli tra le acque profonde e le acque basse superficiali.

Nel Lago di Gale l’acqua di superficie era stata certamente più ricca in ossidanti rispetto all’acqua profonda.

“Abbiamo appurato che in alcune parti del lago e in certi momenti, l’acqua conteneva una maggiore quantità di ossigeno”, assicura Rogers Wiens, scienziato planetario del Los Alamos National Laboratory, co-autore dello studio, la cui pubblicazione è avvenuta sulla rivista Science.

“Questo è importante perché influisce sulla tipologia dei minerali depositati nei sedimenti e anche perché l’ossigeno è fondamentale per la vita. A questo proposito, dobbiamo tuttavia ricordare che quando era presente il lago Gale, sul nostro pianeta la vita non si era ancora adattata alla presenza dell’ossigeno e che la fotosintesi era un processo ancora sconosciuto.

Invece, per la presenza di vita, avrebbe potuto essere più importante lo stato di ossidazione di alcuni elementi, quali il manganese o il ferro; ammesso che la vita sia esistita su Marte.

Questi stati di ossidazione sarebbero stati sicuramente legati al contenuto di ossigeno disciolto nell’acqua”.

“Si trattava di ambienti molto diversi tra loro, ma coesistenti nello stesso lago”, dichiara Joel Hurowitz, dell’Università Stony Brook, Stato di New York, autore della relazione conclusiva. “Questo tipo di stratificazione degli ossidanti è una caratteristica comune dei laghi terrestri e adesso lo abbiamo scoperto anche su Marte. La diversità degli ambienti in questo lago marziano potrebbe aver fornito molteplici opportunità per consentire la sopravvivenza di vari tipi di microrganismi”.

Non si sa ancora se Marte abbia mai ospitato qualche forma di vita, ma la ricerca di segni di vita su qualsiasi pianeta, sia Terra, Marte o altri mondi gelidi più lontani, deve iniziare con la ricostruzione dell’ambiente, per determinare se questo sia in grado di sostenere un qualsiasi tipo di vita.

La NASA utilizza Curiosity per esplorare ambienti abitabili sull’antica superficie di Marte.

Per più di 1700 sol. (giorni marziani, corrispondenti a 24 ore e 39 minuti ciascuno), Curiosity

ha percorso più di 16 chilometri dal fondo del cratere Gale, lungo il Monte Sharp, vicino al centro del cratere. La strumentazione di chimica e fotografia ChemCam ha analizzato e inviato ai laboratori di Los Alamos una messe enorme di dati, un tesoro di informazioni che servirà ad avere un quadro sempre più definito del ‘Pianeta Rosso’.

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