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Ambiente: Italia fra rumore e smog, ma diminuiscono i rifiuti

Presentati a Roma i rapporti ISPRA, l’Annuario dei dati ambientali e il Rapporto Rifiuti Urbani

Scritto da Micaela Conterio il 24.07.2014

L’Italia è un paese rumoroso e inquinato. Questo è il quadro che emerge dai due report presentati oggi a Roma alla presenza del Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti dall’ISPRA, l’Annuario dei dati ambientali e il Rapporto Rifiuti Urbani.

L’inquinamento acustico si presenta come una delle maggiori criticità, con il 42,6% delle fonti di rumore che ha superato i limiti nel 2012, con il tasso di controllo effettuati in prevalenza (57,7%)  per le attività di servizio e quelle commerciali e per quelle produttive (31,5%). La situazione è aggravata dal vuoto derivante dalla mancanza di una classificazione acustica omogenea: soltanto il 51% dei comuni italiani l’avrebbe approvata al 31 dicembre 2012, con il 56,5% della popolazione residente con forte disomogeneità sul territorio nazionale.

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L’Annuario dei dati ambientali – ha spiegato Stefano LaPorta Direttore Generale ISPRA – rappresenta la più completa ed esaustiva raccolta di dati statistici e informazioni sulle condizioni ambientali del nostro Paese edita a livello nazionale. In questa edizione risultano aggiornati 196 su 275 indicatori, per un totale di circa 150.000 dati. Questi ultimi sono stati organizzati in 380 tabelle e 430 figure.

“A partire dalla medesima base dati a disposizione di ISPRA, sono stati realizzati prodotti informativi assai diversi; ciò al fine di garantire una diffusione delle informazioni sempre più puntuale ed estesa a un’ampia platea di fruitori: dal decisore pubblico al ricercatore, dal detentore di interessi economici al privato cittadino. L’edizione 2013 è restituita, infatti, attraverso 7 prodotti (versione integrale, Tematiche in primo piano, Ricapitolando… l’ambiente, Annuario in cifre, Banca dati Indicatori Annuario, Versione Multimediale, Giornalino)” 

Entrando nel dettaglio dei dati, per quanto riguarda la qualità dell’aria i livelli di  biossido di zolfo e benzene risultano soddisfacenti nel 2012, diversamente da quanto accade per particolato atmosferico, ozono, biossido di azoto e benzo(a)pirene. Complessivamente dal 1990 al 2012 le emissioni di ossidi di zolfo (SOx), ossidi di azoto (NOx) e ammoniaca (NH3) sono diminuite del 62,7%. Le emissioni di PM10 hanno iniziato a ridursi a partire dal 1992 e da allora al 2012 sono diminuite del 37%. Il Valore Limite Giornaliero (50 μg/m3 da non superare più di 35 volte in un anno civile) del PM10 è stato superato nel 40%delle stazioni.

Il consumo di suolo viaggia ad una media di oltre 8 m2 al secondo con una perdita irreversibile di circa 22.000 km2. Nel 2012 sono risultate 15 le regioni che hanno superato la quota del 5% di suolo consumato: medaglia nera per Lombardia e Veneto (oltre il 10%) e Emilia Romagna, Lazio, Campania, Puglia e Sicilia (fra l’8 e il 10%). A questo si somma l’elevato rischio geologico-idraulico che caratterizza il nostro Paese: sono state censite infatti 499.511 frane, dislocate in un’area di 21.182 km2, pari al 7% del territorio nazionale.

Le criticità dei nostri mari riguardano alcune alghe come l’Ostreopsis ovata, di origine tropicale e potenzialmente tossica, la cui presenza è cresciuta progressivamente dal 2007 al 2013: è stata rilevata lo scorso anno in ben 12 regioni costiere. Ulteriori problemi derivano da fenomeni di erosione delle coste italiane, con il  35,8% del territorio nazionale compreso nella fascia dei 300 metri dalla riva urbanizzato nel 2011, pari a 731 km2 su 670 comuni.

Calo anche nel 2013 della produzione di rifiuti, presumibilmente dovut0 alla crisi economica, con quasi 400 mila tonnellate in meno rispetto al 2012 (-1,3%), – 2,9 milioni di tonnellate rispetto al 2010 (-8,9%), un valore inferiore anche a quello del 2002. In linea con la contrazione registrata nell’ultimo anno dal PIL e dai consumi delle famiglie (-1,9%, e -2,5% rispettivamente). Tra il 2012 e il 2013, ogni abitante ha prodotto di 18 KG in meno all’anno di rifiuti (-3,6%), seguendo l’andamento al ribasso già rilevato tra il 2011 e il 2012 (-23 kg per abitante per anno). Bene la raccolta differenziata che cresce ancora nel 2013 raggiungendo il 42,3% della produzione nazionale, oltre 2 punti in più rispetto al 2012 (40%).

Le spese per la gestione del servizio di igiene urbana, mostra un costo medio annuo pro capite di 158,86 euro di cui il 37,9% per i rifiuti indifferenziati, il 26,4% per la raccolta differenziata e il 14,3% per allo spazzamento e al lavaggio delle strade, con un costo di gestione dell’indifferenziata pari a 22,35 eurocentesimi/kg, a fronte di quello per la differenziata pari a 18,38 eurocentesimi/kg, con valori puntuali di 12,8 eurocentesimi/kg per la carta e cartone, 11,2 per il vetro, 23,1 per la plastica, 29,4 per i RAEE, 23,4 per la frazione umida, 9,6 per la frazione verde e 1,79 euro/kg per i farmaci scaduti.

La tutela dell’ambiente naturale – ha illustrato Bernardo De Bernardinis, Presidente ISPRA – implica interventi prioritari destinati alla riduzione delle varie forme d’inquinamento, alla difesa delle specie minacciate di estinzione, al ripristino degli habitat e alla gestione del paesaggio e del territorio. La sopravvivenza della vita sul pianeta dipende fortemente dalla difesa di aria, acqua e suolo. In particolare, la protezione di quest’ultima risorsa è indispensabile al mantenimento e al ripristino degli equilibri ecologici, essendo il suolo al centro di un sistema di relazioni tra le principali pressioni ambientali e i cicli naturali che permettono il sostentamento e lo sviluppo delle specie viventi. La conoscenza di tali dinamiche e di tali processi è essenziale per la definizione del quadro d’insieme.

“Assieme all’acqua, all’aria e alla biodiversità, il suolo è una risorsa naturale essenziale nel controllo degli equilibri ambientali,” continua De Bernardinis, “minacciata da forti pressioni antropiche che ne causano il disvalore. Tra queste, ad esempio, la produzione e la gestione dei rifiuti urbani e industriali generano impatti gravosi, anche per la salute, a cui porre urgente rimedio in particolare per specifiche realtà del Paese. Per arginare il deterioramento ambientale e tutelare al contempo la qualità della vita della popolazione sono necessarie politiche di risposta, nazionali e sovranazionali che coinvolgano e sappiano indirizzare l’impegno e la partecipazione dei singoli individui verso un modello di sviluppo economico green o low carbon”.  

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