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Plastica negli oceani peggio del riscaldamento globale

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 04.11.2011

Plastica nei mariLe Nazioni Unite stimano che ognuno di noi utilizza circa 140 chilogrammi di plastica ogni anno. Ed almeno 6,4 milioni di tonnellate di essa è finita negli oceani. L’attivista ambientalista Charles Moore ha scoperto che in alcune aree, la plastica supera lo zooplancton – la base alimentare degli oceani – e sta entrando nella catena alimentare.

Una volta, gli oceani del nostro pianeta erano puliti, di certo prima dell’invenzione della plastica durante la metà dello scorso secolo. Ora, in quella che il capitano Charles Moore chiama ‘l’età della plastica’ nel suo ultimo libro, non è più così.

“Tra 250 e 300 milioni di tonnellate di plastica vengono prodotti ogni anno”, ha detto il capitano Moore a VOA. “Per comprendere meglio i termini del problema, ogni due anni produciamo abbastanza plastica per equiparare il peso di tutti gli abitanti della terra, cioè 7 miliardi”.

Nel suo nuovo libro Plastic Ocean, appena uscito nelle librerie in lingua inglese, Moore dice che meno del 5% di tutta la plastica viene riciclata e che circa il 3% della produzione mondiale viene scaricata in mare. Detriti che uccidono milioni di creature marine ogni anno.

“Sappiamo che oltre 100.000 pulcini di albatros muoiono ogni anno a causa dell’ingestione di plastica e abbiamo dimostrato che circa 100.000 mammiferi marini muoiono ogni anno per essere rimasti aggrovigliati nella plastica”, ha detto.

Moore ha speso la sua vita sul mare, e quindi può testimoniare la sua trasformazione. Nel suo libro egli racconta del suo viaggio nel 1997 alla scoperta di tonnellate di plastica che galleggiano in una spirale senza fine. In quello che è ora conosciuto come il Grande Pacific Garbage Patch, la plastica supera il plancton di un fattore 6 a 1.

Moore ha creato la Algalita Marine Research Foundation, e ha cominciato a raccogliere campioni di acqua dagli oceani del mondo. Dice che i rifiuti di plastica negli oceani arrivano dai fiumi, dalle spiagge e dalle navi.

“Tutte le navi mercantili del mondo fino al 1980 erano regolamentate sullo scarico della loro spazzatura in mare”, ha detto Moore.

Moore dice che – nonostante tutto – oggi le navi di tutte le bandiere continuano ad ignorare gli accordi internazionali, gettando i loro rifiuti in mare – sostanze chimiche di sintesi, pesticidi, scorie nucleari.

“Che io sia faccia surf, che vada con la barca a vela, che nuoti, mi capita di toccare, vedere, imbattermi in rifiuti persistenti che vivranno più lungo dei nostri figli e dei nostri nipoti. Saranno lì per secoli, non scompariranno, e ne stiamo ancora aggiungendo altri ogni giorno”, ha detto il capitano Moore.

Moore ha lavorato con il regista ambientale Bill Macdonald per documentare la presenza della plastica negli oceani.

“Non c’è bellezza in un fiume pieno di spazzatura, vedo aironi che sono spaventati dal polistirolo galleggiante intorno a loro”, ha detto Macdonald. “Vedo gabbiani che cercano di mangiare guanti di gomma”.

E così la campagna continua. In Plastic Ocean, che ci auguriamo sarà presto in italiano, il capitano Charles Moore afferma che l’inquinamento da plastica è più dannoso del cambiamento climatico, e la protezione degli oceani – in cui la vita iniziò – è un’eredità da dare alle generazioni future.

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