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10 agosto (senza Pascoli)

Scritto da Maria Rosa Pantè il 10.08.2015

Il 10 agosto è la notte di San Lorenzo, quella in cui si dice che ci siano le stelle cadenti, quella in cui si dice anche che bisogna esprimere un desiderio per ogni stella cadente che si vede e il desiderio si avvererà.

Le stelle stanno nella parola “desiderio”, sidus in latino è stella. E il 10 agosto, se il cielo è sereno, si starà a desiderare guardando il cielo.

Un desiderio, dunque, che guarda in alto, che vola, un desiderio fuori di noi stessi, che deve vedere e infine un desiderio che non ha parole, solo pensiero.

Desiderare non è cosa facile.

Ma come – mi direte – io ho un sacco di desideri.

Forse hai un sacco di bisogni o di richieste o di necessità, non so se questi sono desideri.

Il desiderio è difficile, perchè appunto vola alto e, in qualche modo, esce da noi stessi. Desiderare, secondo la mia personale opinione, è diverso dall’avere necessità, bisogno.

Il desiderio non è infatti il bisogno essenziale dell’acqua se ho sete, ma è la speranza che ti fa viaggiare verso luoghi lontani.

Il desiderio può coinvolgere altre persone, ma deve essere un desiderio che l’altra persona può sopportare. No, non soddisfare, ma sopportare.

I desideri possono esere difficili, lo ripeto.

In questi giorni mi ha colpita una frase che Massimo Recalcati scrive nel suo libro L’ora di lezione, quando parla della professoressa che ha segnato le sue scuole superiori. Ecco la frase: “Avrei scoperto solo più avanti negli anni che il desiderio può assumere le spoglie della difesa”.

Non sempre il desiderio è condivisibile, infatti è meglio tacerlo perchè si avveri.

Il desiderio dovrebbe essere un atto altruistico, ma che parte da noi. Io desidero la pace nel mondo, il desiderio parte da me. Il desiderio è un atto individuale, come nascere e morire.

Desiderare è però sempre qualcosa che porta un cambiamento. Desiderare è movimento. .

Io ho tanti desideri, purtroppo non ci vedo e credo di aver visto stelle cadenti molto raramente e, inoltre, non ho forse il senso dell’opportunità perché non ricordo di averle mai viste il 10 agosto.

Ho tanti desideri: il Nobel per la poesia, la pace nel mondo, saper suonare il violoncello, felicità per tutti gli esseri viventi, conoscere Monteverdi (ma questo con calma dato che Monteverdi è morto), non ingrassare, avere tanti amici essere ragionevolmente felice.

Poi altri desideri e altri e altri ancora, forse anche desideri illeciti od oscuri, desideri, come si dice, inconfessabili, ma che si farebbe bene a dirseli fra sé e sé per evitare che ci devastino e che facciano del male agli altri.

Ovviamente il mio vero desiderio resta fra me e me, chissà che una stella generosa, bucando le spesse nuvole, mi si pari davanti cadendo nell’infinito, che poi non è un cadere, ma piuttosto lasciare luce. Chissà.

Avevo in mente il pezzo sul desiderio da un giorno o due, poi è accaduta una morte improvvisa e ora dedico questo brano estivo a Fabio, morto giovane e all’improvviso. Un amico che, da come lo conosco, è stato fortunato perché ha saputo desiderare fino all’ultimo.

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