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Presidenziali in Egitto, Fratelli Musulmani avanti nei pronostici

Scritto da Chiara Pane il 23.06.2012

Elezioni in Egitto - fonte VOAEgitto, sono attesi per oggi i risultati definitivi delle elezioni presidenziali, le prime dopo l’era di Mubarak. La sfida finale vede protagonisti il candidato dei Fratelli musulmani, Mohamed Morsi, e l’ultimo premier sotto Mubarak, Ahmad Shafiq. La tensione è alla stelle e la piazza Tahrir è gremita.

Mohamed Morsi e Ahmad Shafiq rivendicano la propria vittoria, creando confusione in un Paese in fermento. La famosa piazza Tahrir, simbolo della rivolta contro l’ex rais Mubarak e ormai luogo emblematico della protesta egiziana, è stata occupata dai sostenitori del candidato dei Fratelli Musulmani. Ieri, dopo la preghiera del venerdì si sono radunate decine di migliaia di persone, per protestare contro il ritardo nell’annuncio del nuovo presidente e contro lo scioglimento del Parlamento, deciso dalla giunta militare qualche giorno fa.

Dopo lo scioglimento della Camera bassa, il Consiglio supremo delle forze armate ha rivendicato il potere legislativo del Paese, giustificando la decisione definendola “una scelta necessaria in questa fase”. I militari hanno, inoltre, fatto sapere che manterranno il potere legislativo fino all’adozione di una nuova costituzione, che sarà approvata con un referendum. Nel frattempo hanno annunciato il pugno duro contro chiunque provocherà disordini.

I militari hanno precisato, che i ritardi nell’annuncio del vincitore sono dovuti agli oltre 400 ricorsi che la commissione elettorale dice di dover riesaminare prima di arrivare ad un pronunciamento definitivo. In realtà, sembra più probabile che il mancato annuncio del vincitore sia una mossa strategica per permettere alla giunta militare di accordarsi con il nuovo presidente e con la fratellanza musulmana su alcuni punti fondamentali, fra cui la nomina del nuovo premier e la creazione di un governo di unità nazionale.

Secondo indiscrezioni il vincitore, con oltre 1milioni di voti in più, sarebbe, infatti, il rappresentante delle forze islamiste. Non a caso Morsi si è già detto favorevole ad un governo di unità nazionale, aperto sia al movimento del 6 aprile, sia alla minoranza coopta. Dunque il braccio di ferro fra la giunta militare e i fratelli musulmani va avanti con l’obiettivo di far uscire l’Egitto da questo stato di perenne tensione in cui si trova ormai da troppi mesi.

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