Una nuova ricerca del Brain Institute dell’Università di Hotchkiss di Calgary (HBI) ha scoperto un meccanismo che promuove la crescita delle cellule nervose danneggiate come un mezzo per ripristinare i collegamenti dopo un infortunio. Il Dr. Doug Zochodne e il suo team hanno scoperto una molecola chiave che regola direttamente la crescita delle cellule nervose nel sistema nervoso danneggiato. Lo studio è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista Nature Communications.
Sezione di un nervo
“Abbiamo fatto la sorprendente scoperta che una proteina chiamata Retinoblastoma (Rb) è presente nei neuroni adulti”, spiega Zochodne. “Questa proteina sembra agire normalmente come un freno per evitare una crescita del nervo. Quello che abbiamo dimostrato è che inattivando Rb, siamo in grado di togliere il freno e i nervi crescono molto più velocemente”, spiega Zochodne.
Zochodne e la sua squadra hanno deciso di cercare Rb nelle cellule nervose proprio per il suo ruolo nella regolazione della crescita delle cellule in altre parti del corpo.
“Sappiamo che il cancro è caratterizzato da una crescita eccessiva delle cellule e sappiamo anche che Rb spesso funziona in modo anomalo nel cancro”, spiega Zochodne. “Quindi, se nel cancro è in grado di disattivare il freno e aumentare la crescita cellulare, abbiamo pensato di provare a imitare questa stessa azione nelle cellule nervose e favorire la crescita dove vogliamo.”
Per ora Zochodne sta studiando questa tecnica solo nel sistema nervoso periferico. I nervi periferici collegano il cervello e il midollo spinale al corpo e senza di essi non è possibile alcun movimento o sensazione: i danni ai nervi periferici possono essere estremamente debilitanti.
Lo sviluppo di terapie sicure ed efficaci per i disturbi nervosi periferici richiede la capacità di cominciare le indagini sulle cellule in laboratorio fino a giungere alla sperimentazione clinica, cosa che questo team è in grado di fare grazie ad opportuni finanziamenti e alla disponibilità di strutture e strumentazioni nella Regeneration Unit in Neurobiology (RUN) del Brain Institute.
“L’impianto RUN è stato fondamentale per questa ricerca, spiega Zochodne. “E fornisce le risorse e le attrezzature all’avanguardia di cui abbiamo bisogno. RUN ci ha permesso di seguire questa idea dalle cellule nervose di modelli animali e alla fine ci aiuterà a indagare se può essere un trattamento praticabile negli esseri umani. E’ una risorsa incredibile” ha concluso il ricercatore.
Forse il mio occhio torna a vedere.