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Fracking e terremoti: il caso dell’Oklahoma

Il sisma inaspettato dell’Oklahoma nel 2011 è stato causato dell’incremento della sismicità artificiale

Scritto da Ada Caserta il 27.03.2013

Più aumenta l’iniezione di acque reflue e più elevate sono le possibilità di provocare terremoti: il sisma inaspettato dell’Oklahoma nel 2011 è stato causato dell’incremento della sismicità artificiale.

Secondo un recente studio, pubblicato sulla rivista Geology, le cause di terremoti imprevisti devono essere ricercate nel sottosuolo dove l’aumento di acque reflue genera sismicità artificiale. Gli studiosi hanno preso in esame il terremoto di magnitudo 5,7 avvenuto il 6 novembre 2011 vicino Prague in Oklahoma che può essere considerato, a tutti gli effetti, l’evento sismico più rilevante relazionato all’iniezione di acque reflue. È stato il terremoto più grande mai avvenuto in Oklahoma: ha distrutto 14 case, una strada federale e ha provocato 2 vittime. Ancora oggi varie scosse continuano a testimoniare l’instabilità del terreno.

Scienziati al lavoro.  Crediti: Shannon Dulin

Scienziati al lavoro. Crediti: Shannon Dulin

Negli Stati Uniti, il notevole aumento della produzione energetica, ha provocato l’incremento di ingenti quantità di acque di scarico. L’acqua viene utilizzata per il processo di ‘fratturazione idraulica’, che spacca le rocce per estrarre il gas naturale e il petrolio dai pozzi in modo non convenzionale. In entrambi i casi, tanto l’acqua salmastra quanto l’acqua piena di sostanze chimiche, devono essere smaltite. Spesso accade che queste acque vengano nuovamente riversate nel sottosuolo ed è lì che si innesca il meccanismo per generare un potenziale terremoto. L’acqua, in relazione ad esempio al terremoto di Prague, non era altro che un sottoprodotto dell’estrazione di petrolio da una serie di pozzi riversata in altri pozzi inutilizzati.

Gli scienziati hanno registrato l’aumento di eventi sismici in zone apparentemente tranquille come l’Arkansas, il Texas, l’Ohio e il Colorado. Negli ultimi quattro anni il numero di terremoti in queste aree è aumentato di 11 volte rispetto ai tre decenni precedenti. Il rischio è piuttosto elevato tanto che la ‘National Academy of Sciences’, in una relazione dell’anno scorso, ha richiesto di effettuare maggiori ricerche per ‘capire, limitare e trovare risposte a possibili eventi sismici’.

Il terremoto di magnitudo 5,7 a Prague è stato preceduto da una scossa 5.0 e seguito da migliaia di scosse di assestamento. Lo sciame registrato è stato insolito, questo perché le acque reflue venivano riversate in pozzi di petrolio abbandonati, cosa che per 17 anni non aveva causato incidenti. Questa volta però i ricercatori ipotizzano che le acque reflue abbiano riempito i compartimenti una volta pieni di olio e che la pressione per mantenere il fluido in discesa non è stata ben distribuita. L’accumulo di pressione è infatti un difetto noto ai geologi. “Quando generi una sovra-pressione sulla faglia, riduci la tensione che si sta inchiodando sulla faglia stessa e che si sviluppa quando avvengono i terremoti” ha affermato il coautore dello studio Heather Savage, geofisico del Lamont-Doherty Earth Observatory della Columbia University.

“La quantità di acque reflue inserite nel pozzo era molto piccola, ma in grado di innescare una serie di scosse che hanno generato la scossa principale”, ha sostenuto Abers Geoffrey, coautore dello studio e sismologo sempre al Lamont-Doherty . “Il rischio che l’uomo possa provocare grandi terremoti a partire da piccole attività di iniezione è più elevato di quanto si pensasse” ha inoltre affermato.

Questo rischio è noto dal 1960, quando l’iniezione di acque reflue presso il ‘Rocky Mountain Arsenal’ vicino Denver fu sospesa dopo il verificarsi di un terremoto di magnitudo 4.8, il più grande dovuto all’iniezione di acque dopo quello di Prague.

L’iniezione di acque reflue non è comunque l’unico modo attraverso cui l’uomo può scatenare terremoti. Perforazioni geotermiche, costruzione di dighe, recupero di idrocarburi sono altri fenomeni che generano eventi sismici.

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