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Fossili umani in Asia sud-orientale rivelano la primitiva diversità umana

Scritto da Leonardo Debbia il 17.04.2015

Un cranio umano fossile e una mandibola, rinvenuti a pochi metri di distanza uno dall’altra in una grotta nel Nord del Laos, costituiscono ulteriori prove che i primi esseri umani moderni, i Sapiens, mostravano già una discreta diversità di caratteristiche fisiche.

I risultati dello studio relativo sono stati pubblicati sulla rivista PloS ONE.

Il cranio, a dire il vero, non è una scoperta recentissima, essendo stato trovato nel 2009 nella grotta chiamata Tam Pa Ling, sulle Montagne Annamite dell’odierno Laos.

Nel 2012 il rinvenimento venne considerato, negli Atti della National Academy of Sciences, come il più antico fossile umano moderno del Sud-est asiatico.

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A sinistra: cranio rinvenuto a Tam Pa Ling (Laos) con caratteri fisici moderni (Sapiens). Al centro e a destra: mandibola dello stesso sito e dello stesso periodo, con caratteri anatomici misti, arcaici e moderni. Età presumibile: tra 46 e 63mila anni fa (crediti: Fabrice Demeter)

Da sottolineare che la scoperta fece spostare indietro nel tempo la prima migrazione di Homo Sapiens in quell’area di ben 20mila anni; cosa non di poco conto. Ma si prestò anche ad evidenziare che i primi uomini che si erano avventurati verso le isole e le coste del Sud-Est asiatico a seguito della prima migrazione out of Africa, non avevano viaggiato solo lungo le coste, ma si erano spinti anche nell’entroterra prima di quanto ritenuto, tra i 46mila e i 63mila anni fa.

La mascella fu invece scoperta alla fine del 2010 e venne assegnata più o meno allo stesso periodo del cranio, ma a differenza di questo, era caratterizzata dalla presenza di tratti sia umani moderni che arcaici.

“Oltre ad essere estremamente piccola di dimensioni, questa mascella ha un mix di tratti fisici che riuniscono l’anatomia tipica moderna – come la presenza di un mento sporgente – con tratti che sono comuni ai nostri antenati più arcaici, quali i Neanderthal, per fare un esempio, con un osso spesso, poco adatto a mantenere i molari a posto”, afferma Laura Shakckelford, docente di Antropologia all’Università dell’Illinois, assieme ad un altro antropologo, il francese Fabrice Demeter, del Museo Nazionale di Storia Naturale di Parigi.

“Questa combinazione di tratti arcaici e moderni non è affatto insolito, come si potrebbe credere, afferma Shakckelford. Altri antichi fossili umani provenienti da Africa, Europa dell’Est e Cina mostrano questo amalgama di caratteri”, asserisce la studiosa.

“Alcuni ricercatori hanno ritenuto queste caratteristiche come probanti del fatto che gli esseri umani moderni (o Sapiens) che migrarono in nuove regioni si siano incrociati necessariamente con le popolazioni arcaiche già presenti in quelle regioni”, spiega la Shakckelford. “Personalmente, credo che questa variazione vada considerata in maniera diversa, vedendola come gli esseri umani attuali, che mostrano caratteri fisici differenti, presenti lungo uno stesso continuum, vale a dire una continuità che non presenti interruzioni incisive.

“Tam Pa Ling è un sito eccezionale perché lì troviamo che i primi uomini moderni che migrarono e si stabilirono in Asia orientale dimostravano già di possedere una vasta gamma di tratti anatomici”.

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