Il passaggio di una cometa insolita, che ha sfiorato il Sole nel periodo 18-20 febbraio scorso, è stato oggetto di attenta osservazione da parte della navicella SOHO, l’osservatorio spaziale frutto della collaborazione tra Agenzia spaziale europea (ESA) e la NASA.
Per inciso, il progetto SOHO (Solar and Heliospheric Observatory), voluto per studiare la struttura interna del Sole, la sua estesa atmosfera e l’origine del vento solare, fu realizzato nel 1995 con la costruzione tutta europea della navicella, la strumentazione euro-americana e il lancio, curato dalla NASA, che ne è responsabile anche per le operazioni di missione.
La nuova cometa è molto interessante per un duplice motivo: il primo è che appartiene alle comete definite anche ‘non-group’, perché non fa parte di alcuna famiglia di comete conosciuta.
La maggior parte delle comete osservate da SOHO appartengono, difatti, alla famiglia Kreutz, che racchiude tutti i frammenti di un’unica cometa gigante staccatisi molti secoli fa.
La seconda ragione è perché la stragrande maggioranza delle comete che giungono abbastanza vicine al Sole da essere avvistate da SOHO non sopravvivono al viaggio.
Conosciute come sungrazers, queste comete, solitamente, evaporano a causa dell’intenso calore solare.
Questa cometa è invece riuscita a giungere a 2,2 milioni di miglia dal Sole, sopravvivendo quasi indenne al viaggio.
“C’è una discreta possibilità che gli osservatori a terra possano essere in grado di vederla nelle prossime settimane”, afferma Karl Baltmans, uno scienziato del Sole presso il Naval Research Lab di Washington, DC. “E’ però altrettanto possibile che possa accadere qualcosa, durante la sua orbita attorno al Sole, che ne provochi una fine abbastanza rapida”.
Dal lancio – avvenuto, come detto sopra – nel 1995, SOHO è diventato il cercatore di comete numero uno in assoluto, dal momento che, a tutt’oggi, ne ha individuate qualcosa come 2875, un numero di tutto rispetto.
Tuttavia, di comete sconosciute o ‘non-group’ come questa, SOHO ne avvista solo un paio di volte all’anno. E questa è una ragione in più per destare interesse.
Dalle registrazioni si è potuto osservare il momento straordinario in cui la cometa ha iniziato a sviluppare la sua coda, in concomitanza con un’eruzione di materia solare o, come è anche definita ‘espulsione di massa coronale o CME’, evento che ha aggiunto spettacolarità alla scena.