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Ricerca mostra variazione di sesso dei pesci dovuta ad agenti chimici. Pericolo anche per l'uomo

Scritto da Claudia Zucca il 22.06.2010

Domenica prossima alla 92° conferenza annuale della “Endocrine Society” che si terrà San Diego verrà presentata una ricerca volta a dimostrare che  gli estrogeni sono un forte rischio per la salute delle persone, perchè non riescono ad essere smaltiti nei normali processi di depurazione.

David Norris, professore integrato di Fisiologia all’Università Boulder Colorado, ha effettuato una ricerca sui pesci maschi che sono soliti diventare femmine a causa di composti chimici, come per esempio l’Etinilestradiolo (contenuto anche in certe pillole anti-concezionali).

L’equipe di ricerca di Norris ha riportato in uno studio del 2006 che il pesce maschio nativo del fiume Boulder Creek diminuiva di numero rispetto alle femmine. Inoltre erano stati trovati numerosi pesci ermafroditi a valle dell’impianto di depurazione.

Dopo l’ammodernamento dell’impianto nel 2008 la disfunzione riproduttiva nel pesce era molto meno pronunciata. Comunque Norris sostiene che i risultati non si limitano a creare danni ai pesci ma dovrebbero anche riguardare le persone.

“Il pesce è un campanello d’allarme” dice Norris. “Il nostro corpo, e ancora di più quello in formazione dei feti, è esposto ogni giorno ad una grande varietà di agenti chimici che sono capaci di alterare lo sviluppo e la fisiologia non solo nostra, ma di tutte le generazioni che verranno”.

Insieme ad un gruppo più vasto di scienziati, finanziato dall’agenzia di protezione dell’ambiente degli Stati Uniti (EPA) e dalla città di Boulder, Norris ha studiato dei campioni di acqua appena uscita dal depuratore che è pronta per entrare nell’acquedotto cittadino ed essere quindi bevuta. Sono stati trovati diversi distruttori endocrini, inclusi steroidi sia naturali che sintetici.

L’ipotesi espressa dal team di ricerca è che questi agenti chimici provengano da ormoni femminili naturali e da scarti delle pillole anticoncezionali espulsi tramite l’urina delle donne e da detergenti, cosmetici e altri prodotti di consumo scaricati da sciacquoni e lavandini. La quantità di estrogeni contenuta nei campioni era sufficente a spiegare gli effetti sui pesci trovati a valle dell’impianto.

Per approfondire l’indagine i ricercatori hanno esposto i pesci d’acqua dolce maschi all’acqua depurata diluita con acqua presa nel tratto di fiume prima del depuratore. Dopo sette giorni di esposizione i pesci avevano soppresso le caratteristiche sessuali maschili e si riscontrava in essi un livello molto elevato della proteina “Vitellogenina”. I pesci femmina producono la Vitellogenina sotto l’effetto di estrogeni, mentre i pesci maschi ne produco veramente pochissima, se ne deduce che una percentuale così alta sia la conseguenza dell’esposizione agli estrogeni.

Norris spiega:  Dopo l’ammodernamento del depuratore nel 2008, l’acqua emessa era considerevolmente meno estrogenica per i pesci; si è infatti riscontrata una diminuzione della perdita di caratteristiche maschili, come si è detto nell’analisi. Però in 28 giorni di esposizione alla nuova acqua depurata si riscontra comunque in essi un significativo incremento dei livelli di Vitellogenina.

Norris conclude dicendo che nonostante ci sia stato un miglioramento, il rischio per la salute umana è alto, perchè l’acqua da bere è solo una fonte di esposizione agli estrogeni chimici per gli esseri umani – non la sola e non  la maggiore.

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