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CIWF: al prossimo COP21 non si parlerà di consumo di carne e allevamento

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 25.11.2015

CIWF International ha denunciato oggi l’assenza dell’allevamento e delle abitudini alimentari degli esseri umani nei negoziati sui cambiamenti climatici di Parigi e lancia una petizione internazionale perchè entrino a far parte dell’agenda di COP21 come importanti settori produttori di gas serra. CIWF ha chiesto inoltre che venga fissato un obiettivo di riduzione del consumo di carne del 50% entro il 2030 nei paesi sviluppati. L’iniziativa di CIWF è sostenuta in Italia dal geologo e divulgatore scientifico Mario Tozzi e, a livello internazionale, da esperti e scrittori fra cui anche Michael Pollan.

Secondo il CIWF – che cita i dati della FAO – infatti occorre mettere in conto che l’allevamento contribuisce per ben il 14,5% alle emissioni totali di gas serra globali. Si tratta di una percentuale importante eppure durante la prossima Conferenza delle Parti che si svolgerà a Parigi, non ci saranno negoziazioni relative all’allevamento e neanche allo stile alimentare. E’ per questo che CIWF ha lanciato una petizione per chiedere che questi due argomenti possano far parte dei negoziati di Parigi.

“Sappiamo che le attività umane hanno un impatto forte sul cambiamento climatico e che creano una minaccia seria per il pianeta e i suoi abitanti”, riporta il comunicato del CIWF. “Secondo i dati attuali dovremmo ridurre le emissioni di gas serra nei paesi sviluppati di almeno l’80% da qui al 2050 per avere una possibilità di restare sotto la soglia di pericolo rappresentata da un aumento medio della temperatura di 2°C.”

Inoltre, per il CIWF  “una intensificazione della produzione della carne, per ridurre le emissioni e aumentare contemporaneamente la produttività, non sia necessaria e possa essere, anzi, controproducente. Il sistema di produzione può essere reso più efficace (ad esempio nella gestione delle deiezioni), ma solo in maniera che non nuoccia al benessere degli animali e in ogni caso, come dimostra un autorevole studio della Chatham House [1], le misure tecniche di attenuazione e l’aumento della produttività saranno insufficienti da sole ad impedire un aumento delle emissioni di gas da parte dell’agricoltura, e ancora di più la loro riduzione.”

Inoltre il CWF cita uno studio del 2014, che mostra che se il sistema attuale di intensificazione dell’agricoltura e dell’allevamento resterà tale, condurrà ad un aumento delle emissioni di gas serra del 77% entro il 2050. Queste emissioni, da sole, potrebbero causare un aumento della temperatura mondiale vicino ai 2 gradi.

Lo stesso studio conclude che le emissioni di agricoltura ed allevamento possono diminuire solo con una riduzione del 50% dello spreco di cibo e con un cambiamento nella dieta. Questo implicherebbe una riduzione del consumo di carne in molte regione del pianeta, ma comprenderebbe anche un aumento del consumo in altre regioni in cui la carne viene ora consumata in scarse quantità.

Nello studio già citato della Chatham House, si conclude che è improbabile che si possa rimanere sotto il tetto dell’aumento di temperatura di 2° senza ridurre il consumo di carne e latte e loro prodotti derivati. E secondo uno studio pubblicato nel 2014 [3] riducendo del 50% il consumo di carne, latte e uova nell’Unione europea, si ridurrebbero le emissioni del 25-40%.

Dichiara Annamaria Pisapia, direttrice di CIWF Italia Onlus: “Se la Conferenza di Parigi deve sviluppare una road map credibile per limitare il riscaldamento globale al limite dei 2°, l’allevamento e un cambiamento nella dieta devono essere presi in considerazione molto seriamente. Per questo chiediamo che l’allevamento e l’alimentazione siano inclusi nel nuovo accordo globale e che siano considerati fra i più importanti settori che devono ridurre le proprie emissioni. Chiediamo anche che nell’accordo di Parigi venga incluso l’obiettivo di riduzione del 50% del consumo di carne nei paesi sviluppati entro il 2030.”

Il geologo e divulgatore scientifico Mario Tozzi, firmatario delle richieste di CIWF International, sostiene la campagna di CIWF e ha dichiarato: “Il cambiamento climatico è una grave minaccia per tutti ed è necessario agire ora. Anche io mi unisco a CIWF e chiedo ai leader mondiali di inserire l’impatto degli allevamenti e della produzione del nostro cibo nel nuovo accordo sul clima di COP21. E’ urgente che i paesi industrializzati si impegnino a ridurre in maniera importante il consumo di carne.”

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