Conigli, scrofe, galline sono solo alcuni degli animali che vengono cresciuti in gabbie per tutta la vita, fino alla macellazione (guarda il video in fondo all’articolo). Animali che quindi non toccano mai la terra, limitati nella maggior parte dei loro movimenti. Oggi l’associazione CIWF chiede che questo “uso obsoleto e anacronistico, che infligge sofferenze inutili agli animali” è da superare.
Si chiama END THE CAGE AGE – Animali in gabbia. È ora di dire basta la campagna appena lanciata da CIWF International per vietare in Europa l’utilizzo delle gabbie in zootecnia: è in quest’ambito che CIWF Italia lancia la sua petizione per dire basta all’allevamento in gabbia dei conigli. Con immagini scioccanti CIWF ha documentato come in alcuni allevamenti italiani ci siano condizioni di estrema sofferenza per gli animali (qui il link alla PETIZIONE).
L’Italia – ricorda CIWF – è il primo produttore europeo di carne di coniglio, seconda nel mondo soltanto alla Cina. Ogni anno, secondo i dati FAOSTAT, il nostro Paese produce 175 milioni di conigli da carne, di cui il 99% allevati in gabbie di batteria.
Gli operatori di CIWF hanno potuto osservare solo estreme sofferenze nei conigli in gabbia. “I conigli erano così ammassati da non potere esprimere nessuno dei propri comportamenti naturali. Ad animali che amano saltare non era consentito nemmeno di muoversi. Per di più gli allevamenti erano luoghi sudici, con accumuli di escrementi misti a pelo sotto le gabbie. Un tanfo insopportabile rendeva a volte l’aria irrespirabile. I conigli erano spesso malati, con aree diffuse di alopecia, infiammazioni agli occhi, sintomi di gravi infezioni alle orecchie e, a volte, vere e proprie piaghe purulente” si spiega nel comunicato.
Inoltre, riporta CIWF, “Gli allevatori facevano un massiccio uso di farmaci, inclusi antibiotici a titolo preventivo”, che comunque sembravano non bastare a curare le infezioni e le dermatiti dei conigli, osservate dagli operatori.
Continua il comunicato: “La negligenza arrivava al punto che alcuni conigli morti (ricordiamo che la mortalità in questo tipo di allevamento può raggiungere il 30%) sono stati visti abbandonati a decomporsi sui pavimenti sotto le gabbie, in mezzo agli escrementi, o sopra le gabbie, diventando l’unico macabro oggetto di interesse dei propri simili.”
In Europa non c’è una legge specifica per migliorare le condizioni di questi animali e in Italia non esiste alcuna legislazione, cosa che invece è stata fatta da altri paesi europei.
Dichiara Annamaria Pisapia, Direttrice CIWF Italia: “È tempo di dire basta agli animali in gabbia. L’era delle gabbie deve finire. Esse non sono più tollerabili come sistema di allevamento in un secolo come il ventunesimo, in cui gli animali sono oramai riconosciuti come esseri senzienti, capaci come noi di provare gioia e disappunto, piacere e dolore. Ogni anno, centinaia di milioni di conigli in Europa (di cui il 53% nel nostro paese) soffrono per tutta la loro breve vita nelle gabbie di batteria. Questo deve finire al più presto.
Ecco il link della PETIZIONE rivolta al Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, competente per il benessere animale, ai membri del Consiglio dell’Agricoltura UE e al Parlamento europeo, per chiedere l’introduzione del divieto totale di allevare conigli in gabbia.
“Rivolgiamo inoltre un appello a coloro che consumano carne di non acquistare più carne di coniglio da allevamento intensivo in gabbia. Siamo consapevoli che questo al momento in Italia significa praticamente non mangiare carne di coniglio, ma è fondamentale per porre fine a questo crudele sistema di allevamento. L’esperienza in altri paesi insegna inoltre che il rifiuto dei consumatori servirà da invito per l’industria ad implementare sistemi di allevamento alternativi alle gabbie anche nel nostro Paese”, conclude il comunicato.