Il Procuratore Capo di Taranto Franco Sebastio ha incontrato oggi i 4 custodi che dovranno occuparsi della bonifica dell’ILVA. All’uscita dall’incontro Sebastio ha affermato che il Riesame non ha dato l’autorizzazione per l’uso dello Stabilimento durante la bonifica. Ma, su sollecitazione dei giornalisti, che chiedevano se lo stabilimento sarà chiuso, il procuratore non ha risposto. L’interrogativo resta aperto su quali saranno le prossime azioni necessarie alla bonifica e se queste azioni implicheranno la chiusura o meno dello stabilimento.
Il Tribunale del Riesame nelle sue motivazioni ”non ha concesso il sequestro con facolta’ d’uso e ha detto che occorre eliminare le emissioni inquinanti all’interno dello stabilimento. Le conseguenze sono ovvie”.
I tecnici – custodi ”possono gia’ passare a una fase operativa non appena avranno tutte le cognizioni per farlo”. ”Abbiamo avuto il provvedimento chiarificatore del Riesame che ha integrato e modificato in parte il provvedimento del gip”, ha aggiunto Sebastio.
”Era necessario leggere le motivazioni – ha detto – Abbiamo convenuto con il collegio dei tecnici tutta una serie di operazioni che andranno fatte prossimamente. Compito dei tecnici e amministratori e’ stabilire e attuare le modalita’ tecniche per perseguire innanzitutto il risultato immediato di interrompere le emissioni all’esterno”.
Alla domanda se lo stabilimento sarà chiuso oppure no il procuratore ha dichiarato: “Su queste cose conteranno i fatti, non le parole; in un momento delicato come questo evitiamo di fare annunci. È compito dei custodi-amministratori stabilire e attuare le modalità tecniche per perseguire il risultato immediato di interrompere le emissioni all’esterno. I tecnici stanno completando il loro lavoro.”
Rispondendo a una domanda ha poi chiarito che ”la fase esecutiva e’ iniziata 24/48 ore dopo il provvedimento del gip”.
Intanto il segretario territoriale UIL Antonio Talò ha dichiarato oggi che Bruno Ferrante, durante l’incontro con gli operai, ha detto che lo stabilimento lavora al 70% della produttività, attività minima che consenta la produzione e che le attrezzature non subiscano danni. Secondo Talò non ci sono per ora segni che facciano pensare ad una chiusura dell’impianto e quindi non è il caso di parlare di cassa integrazione. Se invece l’impianto dovesse fermarsi allora sarebbe necessario parlare di riduzione del personale.