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Egitto, svolto il primo turno del referendum costituzionale

Il primo turno di votazioni per il referendum costituzionale, che nelle ultime settimane ha causato violente proteste

Scritto da Chiara Pane il 17.12.2012

Elezioni in Egitto - fonte VOASi è volto in Egitto il primo turno di votazioni per il referendum costituzionale, che nelle ultime settimane ha causato violente proteste. Le modifiche su cui gli egiziani sono stati chiamare ad esprimere “si” o “no” sono appoggiate dagli islamisti, ma contrastate dall’opposizione liberale.

Si è votato al Cairo, ad Alessandria e in altre otto province. Gli scrutini di questa prima tornata sono già in corso. Le operazioni sono partite dopo che le urne sono state chiuse con due rinvii, a causa dell’alta affluenza alla consultazione. Al voto sono stati chiamati circa 26 milioni di egiziani, i restanti 25 milioni dovranno attendere una settima ancora per esprimere il proprio assenso o dissenso.

Sin dall’annuncio del referendum il Fronte di salvezza nazionale, che raggruppa i principali movimenti di opposizione egiziani, ha intrapreso un’azione di boicottaggio, schierandosi ufficialmente per il “no” alle modifiche. Le motivazioni sono chiare, la nuova costituzione non garantirebbe i diritti delle minoranze.

L’Egitto appare sempre più diviso fra i tanti islamisti, che appoggiano il partito di governo e il presidente Morsi e l’opposizione liberale che si compatta per non restare isolata. Il voto esprimerà questa opposizione. Il contenuto della bozza costituzionale passa in secondo piano per tutti quegli egiziani, più del 30%, analfabeti. Il risultato sarà allora frutto della manipolazione e della propaganda messa in atto dai Fratelli Musulmani che sventolano la bandiera verde dell’Islam e dall’altro dei cosiddetti liberali che disperatamente si attaccano ai valori della democrazia.

All’analfabetismo si lega la grave povertà della maggioranza della popolazione egiziana, che senza troppe perplessità probabilmente accetterà “i doni” che i Fratelli Musulmani vorranno offrigli. A lamentare la compravendita di voti sul sito web France 24 è Jean Maher, presidente dell’associazione francese-egiziana per i diritti umani a Parigi. Per lui la possibile vittoria dei “si” è causata dall’assenza di un controllo giudiziario e dal potere dei Fratelli Musulmani in ambito caritatevole, “hanno corrotto i poveri elettori rurali con zucchero e olio” ha dichiarato. Maher ha poi aggiunto “i rivoluzionari egiziani non volevano né uno stato religioso, né uno stato militare, ma questo è ciò che la Costituzione gli riserverà”.

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