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Pipistrelli in Europa, più 43% in circa 20 anni

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 30.01.2014

L’Agenzia Europea per l’Ambiente ha realizzato il più grande monitoraggio sui pipistrelli mai realizzato in Europa. I risultati parlano di un aumento della popolazione del 43%.

La ricerca condotta su 16 specie di pipistrelli (in Europa se ne contano oggi 45 specie) ha rilevato un aumento del 43% nel periodo compreso tra il 1993 il 2011. Anche se il dato è molto positivo e fa riferimento alla ricerca più importante mai svolta, va interpretato: infatti dall’AEA spiegano che alla ricerca hanno partecipato Lettonia, Ungheria, Paesi Bassi, Austria, Portogallo Slovenia, Slovacchia, Regno Unito Baviera e Turingia. Lo studio dunque va considerato come parziale perchè sono ancora molti i paesi che ospitano popolazioni di pipistrello, ma i cui dati non sono stati considerati. Gli scienziati considerano dunque la ricerca un inzio che condurrà ad uno studio più grande che comprenda anche i dati di altri paesi.

Per la ricerca sono stati monitorati i pipistrelli in letargo di 6000 siti.

Myotis brandtii © Anita Glover/Bat Conservation Trust

Myotis brandtii © Anita Glover/Bat Conservation Trust

“E ‘estremamente incoraggiante vedere popolazioni di pipistrelli in aumento dopo le massicce flessioni storiche,” ha detto il direttore esecutivo dell’AEA Hans Bruyninckx. “Questo suggerisce che le politiche di conservazione mirate negli ultimi anni hanno avuto successo. Ma molte specie di pipistrelli sono ancora in via di estinzione, per questo preservare il loro habitat è ancora una priorità importante. Il monitoraggio dei pipistrelli aiuta anche a capire le alterazioni degli ecosistemi più vasti, compreso il cambiamento climatico in quanto sono molto sensibili ai cambiamenti ambientali”.

I pipistrelli hanno una vita lunga e una bassa velocità di riproduzione. Per questo l’incremento nel numero delle popolazioni avviene lentamente e qualsiasi disturbo può incidere sensibilmente sulle popolazioni.
Fra le cause che minacciano questi animali, l’intensificazione dell’agricoltura, i cambiamenti di uso del suolo, l’uccisione intenzionale. Con la riduzione e la frammentazione degli habitat il numero di pipistrelli è calato. A incidere sul numero dei pipistrelli anche l’uso di sostanze chimiche per i più diversi utilizzi. Questa estrema sensibilità a molti fattori fa essere estremamente cauti gli ambientalisti: molte specie sono di fatto ancora sotto minaccia di estinzione.

Rhinolophus hipposideros © Guido Reiter

Rhinolophus hipposideros © Guido Reiter

Resta un fatto però che la maggior parte delle specie studiate sembrano essere in aumento o stabili in numero. Otto specie di pipistrelli sono aumentati moderatamente, tra cui il pipistrello di Daubenton (Myotis daubentonii). Il pipistrello Whiskered e il Vespertilio di Brandt (Myotis mystacinus / brandtii) sono così difficili da distinguere che sono conteggiati insieme. Queste erano le uniche specie che hanno registrato un forte aumento del numero tra il 1993 e il 2011, secondo l’indagine. Tre erano stabili, due specie erano incerte e solo il Plecotus austriacus è diminuito, anche se moderatamente. Tuttavia molte di queste specie sono ancora rare e vulnerabili.

Secondo la relazione dell’AEA questi risultati possono essere considerati come conseguenze delle azioni di conservazione messe in campo anche grazie ad EUROBATS.

La ricerca è stata resa possibile dalla Bat Conservation Trust (BCT), dall’olandese Mammal Society (DMS) e da Statistics Netherlands (SN) insieme con una miriade di ONG e di volontari che hanno partecipato al monitoraggio.

Recentemente l’AEA ha pubblicato un simile rapporto sulle popolazioni di farfalle in Europa rilevando in quel caso un dato fortemente negativo.

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