Gaianews

Stragi

Scritto da Maria Rosa Pantè il 10.01.2011

Merli morti in ArkansasCapitolo 8

7. Il primo sonò la tromba, e grandine e fuoco, mescolati con sangue, furono scagliati sulla terra. Un terzo della terra bruciò, un terzo degli alberi pure e ogni erba verde fu arsa.
8. Poi il secondo angelo sonò la tromba e una massa simile a una grande montagna ardente fu gettata nel mare. Un terzo del mare diventò sangue,
9. un terzo delle creature viventi che erano nel mare morì e un terzo delle navi andò distrutto.
10. Poi il terzo angelo sonò la tromba e dal cielo cadde una grande stella, ardente come una torcia, che piombò su un terzo dei fiumi e sulle sorgenti delle acque.
11. Il nome della stella è Assenzio; e un terzo delle acque diventò assenzio. Molti uomini morirono a causa di quelle acque, perché erano diventate amare.
12. Quando il quarto angelo sonò la tromba, fu colpito un terzo del sole, della luna e delle stelle: un terzo della loro luce si spense e il chiarore del giorno, come quello della notte, diminuì di un terzo.
13. Guardai, e udii un’aquila che volava in mezzo al cielo e diceva a gran voce: «Guai, guai, guai agli abitanti della terra, a causa degli altri suoni di tromba che tre angeli stanno per sonare!»

Capitolo 9

1. Poi il quinto angelo sonò la tromba e io vidi un astro che era caduto dal cielo sulla terra; e a lui fu data la chiave del pozzo dell’abisso.
2. Egli aprì il pozzo dell’abisso e ne salì un fumo, come quello di una grande fornace; il sole e l’aria furono oscurati dal fumo del pozzo.
3. Dal fumo uscirono sulla terra delle cavallette a cui fu dato un potere simile a quello degli scorpioni della terra.

Vi siete un poco spaventati? Mica male come descrizione d’un disastro ecologico… Par di vedere gli uccelli che cadono dal cielo a migliaia come gli oltre 3000 merli in Arkansas o le centinaia di tortore in Italia, nel ravennate.

E non dimentichiamo i pesci che a migliaia muoiono proprio anche in questi giorni nei fiumi e nei mari.

Vi siete spaventati? Ma tanto tanto? Avete deciso che sta succedendo qualcosa di strano se mentre attraversate la strada vi trovate a passare sui cadaveri di uccelli che cadono dal cielo improvvisamente o se in un clima impazzito arrivano cavallette e zansare e nelle zone allagate, come in Australia, scambiate un alligatore disperso per un tronco d’albero?

Secondo me vi siete spaventati, ma io ho un timore ancora più grande del vostro spavento immediato.

Capitolo 9

20 Il resto degli uomini che non furono uccisi da questi flagelli, non si ravvidero dalle opere delle loro mani; non cessarono di adorare i demòni e gli idoli d’oro, d’argento, di rame, di pietra e di legno, che non possono né vedere, né udire, né camminare.
21 Non si ravvidero neppure dai loro omicidi, né dalle loro magie, né dalla loro fornicazione, né dai loro furti.

Il vero timore non è solo per i poveri uccelli che muoiono inspiegabilmente (e c’è anche la grande paura delle morie delle api, ve la siete già dimenticata vero?), o per i pesci, il vero timore è che gli uomini vedono, si spaventano, ma non si ravvedono… almeno non tutti, non del tutto, anzi quasi nessuno e quasi per niente.

Il testo che vi ha spaventato penso anche per la sua attualità è l’Apocalisse di Giovanni.

Ma una speranza c’è, in greco Apocalisse non vuol dire distruzione o disperazione, no, vuol dire Rivelazione, Disvelamento.

Una rivelazione può aprirci gli occhi, rivelare vuol dire avvisare, forse c’è dato ancora un po’ di tempo per vedere, forse abbiamo ancora qualche piccola possibilità di porre rimedio, basta guardare oltre il velo, insomma “Apocalisse”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA