Arrivano le applicazioni pratiche dei tagli previsti dal Ministro della Salute Renato Balduzzi. I tagli, che prevedono l’abolizione di posti letto e reparti, e una nuova classificazione degli ospedali, vogliono essere una razionalizzazione dei fondi più che una mannaia: cioè, e questo il ministro l’aveva spiegato qualche mese fa, sono stati condotti studi e valutazioni che hanno portato a identificare zone di spreco. Lì, il ministro ha tagliato.
Che nel sistema sanitario italiano ci fossero sperequazioni non era una novità. La novità è che questa volta è propria su inefficienza e inutilità si andrà a tagliare per risanare il bilancio pubblico della sanità.
Il ministro Balduzzi, attraverso i suoi studi, ha individuato reparti doppione, ospedali non necessari, sale operatorie decisamente poco attive.
Inoltre il ministro vuole, attraverso una creazioni di reti con gli altri servizi esistenti, razionalizzare i ricoveri, laddove fossero sostituibili con altri tipi di assistenza.
Perciò gli stessi ospedali sono stati classificati e alcuni, quelli più piccoli o il cui servizio non sarà ritenuto indispensabile, saranno chiusi.
Le indicazioni dovranno essere applicate dalle Regioni entro la fine dell’anno. Ma già si levano malumori: le Regioni sostengono di non essere state fatte partecipi del lavoro di scrittura del documento e lamentano che sia obbligatorio apportare i tagli entro la scadenza. Inoltre le Regioni lamentano la peculiarità delle diverse situazioni e una sola indicazione potrebbe non essere la soluzione migliore per tutti.
Se da un lato si capisce la difficoltà di riorganizzare, e magari, in alcuni casi, di chiudere in zone in cui un piccolo ospedale può essere fondamentale, non sarà in alcuni casi che premiare l’efficienza e la necessità di alcuni servizi possa tornare scomodo a qualcuno che il posto ce l’ha, ma tanto necessario ed efficiente non era?