Due paleobiologi della Scripps Institution of Oceanography, UC S.Diego, a La Jolla, California, (SIO) sono riusciti a stabilire che la maggior parte degli Actinopterigi con pinne raggiate, che costituiscono il maggior raggruppamento dei pesci ossei viventi, iniziò a dominare ecologicamente e numericamente gli oceani 66 milioni di anni fa, in relazione con l’evento catastrofico che provocò l’estinzione di massa dei dinosauri.
Anche se la classificazione è tuttora oggetto di dibattito, genericamente i Pesci, che un tempo costituivano una ‘Classe’, al pari dei mammiferi o degli anfibi, oggi sono riconosciuti come un ampio raggruppamento sistematico che viene diviso in altri due gruppi: gli Agnati (privi di mascelle) e gli Gnatostomi (provvisti di mascelle), a loro volta suddivisi in pesci cartilaginei e pesci ossei. Questi ultimi sono ulteriormente distinti in ‘pesci con pinne carnose’ e ‘pesci con pinne raggiate’.
I pesci con pinne raggiate, da cui presumibilmente si sono evoluti anche i vertebrati terrestri, divennero ad un certo punto della loro esistenza, il gruppo dominante negli oceani terrestri.
Elizabeth Sibert, ricercatrice, e il prof. Richard Norris, docente di Paleobiologia alla SIO, hanno analizzato i microscopici denti di una quantità enorme di pesci, rinvenuti nei sedimenti marini in diverse parti del mondo, scoprendo che l’abbondante diffusione di denti dei pesci ‘con pinne raggiate’ ebbe luogo in seguito alla moria di massa delle specie coinvolte dalla caduta nella penisola dello Yucatan dell’asteroide che sterminò i dinosauri.
Questo evento è definito dagli scienziati ‘Estinzione di massa del Cretaceo-Paleocene’ e costituisce il ‘limite K / Pg’.
“Abbiamo scoperto che l’evento di estinzione ha segnato una svolta ecologica per i vertebrati marini pelagici”, scrivono i due autori dello studio. “L’estinzione K / Pg sembra essere stato un fattore fondamentale per la diffusione dei pesci con pinne raggiate e il motivo per cui attualmente questi sono i dominatori dei mari”.
La svolta per le conclusioni dei ricercatori è venuta dall’esame dei denti fossili e delle scaglie degli squali.
I ‘pesci con pinne raggiate’, infatti, hanno strutture scheletriche ossee e sono provvisti di denti, ottimamente conservati nel fango dei fondali.
Gli squali, di contro, hanno scheletri cartilaginei e le loro bocche sono provviste di tre-quattro file di denti, noti anche come dentelli che, pur più specializzati, sono simili ai dentelli che costituiscono la pelle dell’animale.
Nei campioni dei numerosi bacini oceanici, i due studiosi hanno trovato che, mentre prima e dopo l’evento di estinzione, il numero degli squali è rimasto pressoché stabile, il rapporto tra i denti e le squame dei pesci con pinne raggiate e i denti e le squame degli squali è gradualmente aumentato, dapprima raddoppiando e quindi, nel giro di 24 milioni di anni dall’evento, diventando otto volte maggiore.
Ora, nei mari esistono 30mila specie di pesci con pinne raggiate, con classi molto diverse per numero di esemplari, ma comunque dominanti tra tutti i vertebrati terrestri e marini.
Si ipotizzava che la principale diversificazione dei pesci con pinne raggiate fosse da ritenere accaduta tra i 100 e i 50 milioni di anni, ma il momento più indicativo di una vera e propria esplosione di specie, sembra coincidere con l’evento di estinzione dei grandi rettili.
“La prova più evidente per noi è che quando l’asteroide colpì la Terra, modificò il funzionamento degli oceani. L’estinzione cambiò i protagonisti della vita marina”, dice la Sibert, che, con Norris, sostiene che proprio alcuni cambiamenti importanti negli oceani avrebbero contribuito alla supremazia dei pesci con le pinne raggiate.
Durante l’estinzione di massa scomparvero non solo i grandi rettili, ma anche le ammoniti, un antico gruppo di Cefalopodi. Queste specie, secondo i ricercatori, erano stati predatori di pesci con le pinne raggiate o concorrenti alle stesse risorse.
“Quello che è più stupefacente”, sostiene Norris, “è che questi pesci, dopo il tragico evento , raddoppiarono e poi triplicarono rapidamente la loro abbondanza relativa rispetto agli squali e questo fa ipotizzare che i pesci furono favoriti dall’evento di estinzione sia nella predazione che nella concorrenza con altre forme di vita marina”.
Sibert sottolinea che, prima dell’evento catastrofico, la presenza di questi pesci era abbastanza insignificante dal punto di vista ecologico, come del resto accadeva ai mammiferi terrestri.
“I mammiferi comparvero 250 milioni di anni fa, ma divennero importanti solo dopo l’estinzione dei grandi rettili. Per i pesci con le pinne raggiate, la storia fu simile”, afferma Sibert. “Per centinaia di milioni di anni, i pesci avevano popolato gli oceani, ma senza l’estinzione di massa, probabilmente non sarebbero diventati i dominatori dei mari che vediamo oggi”.