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Nonostante gli impianti di filtraggio, microplastiche in aumento nei fiumi

Scritto da Leonardo Debbia il 07.03.2016

Secondo una nuova ricerca, milioni di piccolissimi pezzi di plastica stanno attraversando i filtri degli impianti di depurazione e si riversano nei fiumi, da dove passano a contaminare le riserve di acqua potabile, con la potenziale possibilità di entrare nel sistema alimentare.

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Microplastiche trovate in acque reflue nei pressi di un impianto di depurazione delle acque a Bartlett, Illinois (crediti: Timothy Hollein)

Le microplastiche, i minuscoli pezzi di plastica di larghezza inferiore a 5 millimetri, sono una nuova e crescente preoccupazione ambientale che sta interessando ovunque le acque degli oceani, dove rappresentano un serio pericolo per gli organismi marini.

Anche se sappiamo come la maggior parte dei detriti marini, tra cui le materie plastiche, venga trasportata negli oceani dai fiumi, non sappiamo tuttavia più di tanto sui modi in cui le microplastiche stiano riversandosi nei fiumi, andando a compromettere gli ecosistemi fluviali, a detta di Timothy Hoellein, docente di Biologia e Scienze ambientali alla Loyola University di Chicago.

“I fiumi sono una fonte di acqua potabile per molte comunità, nonchè un prezioso habitat per la fauna selvatica”, afferma Hoellein. “Ora, nei fiumi, pesci e invertebrati stanno inghiottendo piccoli pezzi di plastica e questi procedono lungo la catena alimentare, finendo probabilmente nei nostri piatti”.

Come le microplastiche in mare, le plastiche che finiscono nei fiumi trasportano sulle loro superfici dei batteri potenzialmente nocivi, insieme ad altre sostanze inquinanti.

“I fiumi hanno ovviamente una massa d’acqua inferiore agli oceani, ma le popolazioni delle località attraversate utilizzano maggiormente quest’acqua per le loro necessità”, afferma Hoellein.

Da qualche tempo, lo studioso aveva scoperto che l’acqua a valle di un impianto di depurazione, per quanto possa sembrare strano, ha una concentrazione di microplastiche maggiore dell’acqua a monte dell’impianto.

Ora, la nuova ricerca di Hoellein e del suo team condotta su 10 fiumi urbani dell’Illinois conferma questo precedente risultato.

Anche se le prime stime indicano che gli impianti di depurazione stanno recuperando il 90 per cento e oltre delle microplastiche contenute, la quantità di questi materiali che viene rilasciata giornalmente nelle acque reflue già trattate dei fiumi è ancora alquanto significativa:

Si parla di accumuli di particelle oscillanti dai 15mila ai 4,5 milioni al giorno per ogni impianto.

Nell’80 per cento dei fiumi controllati, indipendentemente dalle dimensioni del fiume o dalle dimensioni e dal tipo di impianto di filtraggio, il trattamento delle acque reflue risulta una fonte di microplastiche.

E’ stato inoltre rilevato che in qualsiasi fiume le piccolissime particelle di plastica che sfuggono agli impianti di trattamento sono portatori di colonie batteriche potenzialmente più dannose rispetto ai batteri che già si trovano nei fiumi.

“Il lavoro svolto dagli impianti di trattamento delle acque reflue è notevole, se rapportato con lo scopo per cui sono stati progettati, vale a dire il filtraggio dei principali agenti patogeni e la rimozione delle sostanze chimiche in eccesso, come il carbonio e l’azoto, dall’acqua che viene immessa di nuovo nel fiume”, dichiara Hoellein. “Il problema è che non sono stati progettati per filtrare queste particelle molto piccole”.

La nuova ricerca ha scoperto che non solo le microplastiche rimangono negli ecosistemi per un lungo periodo di tempo, ma che spesso percorrono un lungo cammino dal loro punto di partenza.

Sono state scoperte, infatti, microplastiche perfino 2 chilometri a valle degli impianti di trattamento, e questo fa ritenere, a ragione, che i fiumi siano in grado di trasportare plastica e agenti patogeni su lunghe distanze, secondo Hoellein.

Superando i filtri e viaggiando verso valle, le microplastiche vengono introdotte in molti ecosistemi, giungendo a farne parte, ha aggiunto lo studioso.

Attualmente gli scienziati stanno indagando per capire quanta plastica rimanga nei fiumi e quanta finisca negli oceani.

“Studiare le microplastiche nei fiumi può essere di grande aiuto per capire meglio l’intero ciclo di vita di questi minuscoli pezzi di plastica nel loro percorso dalla terra al mare”, dice Hoellein.

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