La dermatite atopica colpisce il 50% dei bambini da 0 a 5 anni, ed è in aumento secondo la Fimp, società italiana dei medici pediatri. Le cause sono genetiche, ma si innestano su un contesto di inquinamento ambientale che peggiora di molto la situazione.
Se è vero che la dermatite atopica colpisce un bambino su due, c’è da aggiungere che i casi sono raddoppiati negli ultimi 30 anni. E secondo l’Organizzazione Mondiale per la Sanità dal 33 al 43% delle malattie infantili possono derivare da un ambiente malsano. E queste malattie hanno i loro costi. Negli Stati Uniti il costo è stato stimato fra i 100 e i 2000 dollari all’anno per paziente.
Ma non sono solo i fattori ambientali a favorire l’emergere della malattia.Intolleranze a e allergie alimentari posson contribuire all’emergere dei sintomi. Quindi un’alimentazione sana e bilanciata può essere d’aiuto.
A fattori esterni si vanno ad aggiungere quelli genetici, come spiega il presidente della Finm dottor Giuseppe Mele: “La dermatite atopica è la più diffusa delle malattie dermatologiche in età pediatrica ed è provocata principalmente da fattori genetici. Questo significa che se un genitore ha una manifestazione atopica nel 60% dei casi potrà esserne affetto anche il figlio, percentuale che aumenta fino all’80% se entrambi i genitori hanno la patologia, mentre in una famiglia non atopica la probabilità che ne venga colpito il bambino è di circa il 20%”
“Per meglio controllare l’evoluzione della dermatite atopica – continua Mele – diventa dunque estremamente importante agire su quei fattori non correlati all’ambiente e che possono aiutare a prevenire o lenire i maggiori disturbi, rappresentati da prurito, eczemi, secchezza diffusa, perdita di compattezza e turgore, comedoni e punti neri, brufoli, specie nelle zone a maggior rischio di dermatite quali le mani e il viso (più esposti) o le gambe e le ginocchia (maggiormente soggette allo sfregamento degli indumenti). Questo è possibile educando i genitori ad acquisire comportamenti auto-gestionali corretti sia nel trattamento della patologia, con l’uso costante di creme emollienti per contrastare la secchezza cutanea o di prodotti antinfiammatori (cortisonici per uso topico) in caso di lesioni infiammatorie”.
Io mi sono trovata bene con il bambino che è atopico facendogli fare d’estate molto mare perchè la pelle tra bagni in acqua salata e sole si è ben asciugata. D’inverno un validissimo aiuto è quello di fargli indossare capi di biancheria dermasilk. Si tratta di uno specifico tessuto per atopici, consigliato dal pediatra che consiste in fibroina di seta con una protezione antimicrobica permanente.