Roma, 30 aprile – Secondo un recente studio di ricercatori italiani, il David di Michelangelo rischia di danneggiarsi irrimediabilmente. Una piccola inclinazione con conseguente piccola rotazione del plinto su cui poggia la statua potrebbe aver causato le fratture tra il 1504 e il 1873. Queste, in estrema sintesi, le conclusioni del lavoro di un gruppo di ricercatori dell’Istituto di geoscienze e georisorse del Consiglio nazionale delle ricerche (Igg-Cnr) e dell’Università degli Studi di Firenze, che è stato pubblicato sulla rivista scientifica Journal of Cultural Heritage.
A causa del suo inestimabile valore, il David di Michelangelo, che è uno dei simboli del Rinascimento italiano, è stato oggetto di molte analisi di stabilità rivolte in particolare a una serie di micro-fratture della porzione inferiore di entrambe le gambe, notate già dalla metà del XIX secolo e che destano la preoccupazione degli scienziati impegnati a conservare l’opera d’arte realizzata da Michelangelo Buonarroti tra il 1501 e il 1504, uno dei simboli del Rinascimento italiano.
Le fratture sono visibili nella caviglia sinistra e nel tronco destro del David di Michelangelo e minacciano la stabilità dell’opera. Per questo quindi una loro approfondita conoscenza è indispensabile per la salvaguardia di questo capolavoro. Ora il gruppo di ricerca italiano ha eseguito approccio sperimentale su repliche in gesso della statua a scala ridotta (10 cm di altezza invece di 410), deformate all’interno di una centrifuga.
“Durante la rotazione all’interno dell’apparato, i modelli a piccola scala sono sottoposti a forze molto più elevate della forza di gravità, ma che agiscono con le stesse modalità”, ha spiegato Giacomo Corti dell’Igg-Cnr.
“In differenti prove, le piccole statue sono state sottoposte a una forza centrifuga crescente, rendendo la statua sempre più ‘pesante’, finche’ gli sforzi gravitazionali superano la resistenza del materiale e si giunge alla rottura”, ha aggiunto. Gli esperimenti hanno analizzato l’influenza di vari parametri sul David di Michelangelo.
In particolare, i risultati suggeriscono come sia la stabilità sia le caratteristiche della deformazione del David di Michelangelo – ha proseguito il ricercatore – siano principalmente dovute all’inclinazione della statua. Innanzitutto, maggiore è l’angolo di inclinazione, maggiore è l’instabilità della statua sotto il proprio peso, particolarmente per inclinazioni maggiori di 15 gradi.
Inoltre, l’inclinazione influenza anche la posizione delle fratture, che tendono a interessare porzioni via via più alte: nella gamba destra, sopra i 15 gradi la frattura avviene sempre al di sopra del tronco d’albero”. La comparazione di questi risultati con le lesioni rilevate sul David di Michelangelo reale suggeriscono che “una costante inclinazione della statua, ancorchè non superiore a 5 gradi, abbia rappresentato il fattore critico per lo sviluppo dei sistemi di fratture nelle porzioni inferiori di entrambe le gambe”, ha detto Corti.
Secondo il ricercatore, “questa piccola inclinazione è probabilmente legata all’abbassamento non uniforme, con conseguente piccola rotazione del plinto su cui poggia la statua, durante la sua permanenza di fronte a Palazzo Vecchio, tra il 1504 e il 1873”. (Fonte AGI)