Eolico
Conciliare energie rinnnovabili e aree protette è spesso difficile: la costruzione di impianti eolici e fotovoltaici industriali deturpa il paesaggio o minaccia la fauna protetta.
La Regione Lazio, attraverso il Creia, (Centro Regionale per l’Educazione e l’Informazione Ambientale) ha avviato un progetto per potenziare l’utilizzo delle energie rinnovabili nella Aree Protette, quindi nei parchi e nelle riserve naturali regionali e nei comuni afferenti, che potrebbe essere un esempio di sviluppo sostenibile e virtuoso, rispettoso dei vincoli ambientali.
Abbiamo assistito ieri alla giornata conclusiva di un ciclo di tre incontri svoltisi nella provincia di Rieti, a Castel di Tora, nella Riserva Regionale Monte Navegna e Monte Cervia. Gli incontri hanno come obiettivo il supporto e la facilitazione alla realizzazione di progetti basati sulle rinnovabili e sull’efficienza energetica.
Il workshop è consistito in una presentazione del prof. Marco Gentilini della Facoltà di Ingegneria dell’Università La Sapienza di Roma. Il professore ha spiegato ad alcuni tecnici dei comuni della zona e ad alcuni privati cittadini intervenuti, quali caratteristiche fondamentali deve rispettare un progetto con le rinnovabili e come deve essere strutturato.
L’iniziativa consiste nel formare i tecnici delle amministrazioni pubbliche alla realizzazione dei progetti, ma non solo. I tecnici possono presentare una proposta e ricevere assistenza da parte dello staff del Creia e dell’Università che migliorano, ove possibile, il progetto. La Regione stanzia poi degli incentivi. Inoltre l’installazione degli impianti comporta un risparmio energetico che deriva dall’uso delle nuove tecnologie.
Il dottor Maurizio Fontana del coordinamento del Creia e il professor Gentilini, hanno spiegato che gli impianti vengono installati rispettando il paesaggio e non occupando aree a terra. In un esempio portato al pubblico i pannelli fotovoltaici sono stati installati sul tetto del Centro Visita di un’area protetta romana, adattando l’inclinazione e l’esposizione dei pannelli all’ombra di un albero che, ovviamente, non poteva essere tagliato. In altri casi i pannelli fotovoltaici sono stati installati su discariche in disuso.
Le rinnovabili possono in questo caso rapppresentare un’occasione di sviluppo per le Aree Protette e per i comuni afferenti. Gli incentivi rapppresentano una grande facilitazione e il denaro risparmiato grazie agli impianti può essere investito in altre attività.
Alcune zone rurali del Lazio soffrono infatti di uno scarsissimo sviluppo economico e le aree protette ricevono sempre meno finanaziamenti dalla Regione stessa.
Il progetto partito due anni fa è consistito nella formazione dei tecnici (nei primi due anni) e da settembre è passato alla sua fase operativa di divulgazione e attività sul territorio. Da settembre sono stati presentati 18 progetti, di cui solo due erano già esistenti prima dell’iniziativa e lo staff – almeno finora – riesce ad affrontare tutte le rischieste di assistenza da parte degli interessati. Il progetto dovrebbe concludersi nel giugno 2012.
Secondo il dottor Fontana non tutti i territori e i comuni rispondono nello stesso modo: segno che quand’anche si incentivi uno sviluppo sostenibile è poi necessario che il territorio sia pronto a riconoscere e recepire l’occasione. A tutt’oggi dunque, in alcune zone, il problema è ancora più radicale ed è di natura culturale.