Contro l’estinzione delle specie nel mondo, che procede ad un tasso sempre più alto, potrebbero essere d’aiuto le nuove tecnologie. A dirlo una ricerca della Duke University pubblicata sulla rivista Science.
“Banche dati on-line, applicazioni per smartphone, crowd -sourcing e nuovi dispositivi hardware stanno rendendo più facile raccogliere dati sulle specie”, ha detto Stuart L. Pimm, Professore alla Duke. “Combinate con i dati sul cambiamento di uso del suolo e le osservazioni di milioni di cittadini-scienziati, la tecnologia sta consentendo sempre di più agli scienziati e ai politici di controllare più da vicino la biodiversità del pianeta e le minacce ad essa.”
“Perchè il successo continui, però, dobbiamo sostenere l’espansione di queste tecnologie e lo sviluppo di sempre più potenti tecnologie in futuro”, ha detto il professore.
Nell’articolo su Science gli scienziati pur riconoscendo le potenzialità e i lati positivi delle nuove tecnologie hanno riconosciuto quanto ancora ci sia da fare per classificare le specie, conoscere l’entità delle popolazioni e quindi il tasso di estinzione.
“La maggior parte delle specie rimangono sconosciute alla scienza e probabilmente stanno fronteggiando minacce più grandi di quelle che noi conosciamo”, ha detto Pimm.
Gli scienziati non esitano poi a parlare della possibilità della sesta estinzione di massa.
“La grande profondità della nostra valutazione attuale è possibile solo grazie agli straordinari sforzi di tutti coloro che contribuiscono alle banche dati della Lista Rossa delle specie minacciate e protette del pianeta”, ha osservato Tom Brooks dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) che ha chiesto che la Lista Rossa, che esiste ormai da 50 anni, possa essere ulteriormente sviluppata, includendo un maggior numero di specie.
Gli scienziati hanno inoltre sottolineato l’importanza delle mappe, che consentono di individuare zone e specie più a rischio mettendo in evidenza come, ad esempio, le specie marine siano probabilmente più minacciate di quelle terrestri
“La maggior parte delle specie vivono fuori delle aree protette e capire come i loro ambienti stanno cambiando è un compito vitale”, ha detto Pimm. “Una delle più interessanti opportunità rese possibili dalla nuova tecnologia è che ora possiamo unire le banche dati esistenti, come la Lista Rossa, con le mappe costantemente aggiornate di dove vivono le specie, le mappe delle aree protette, le mappe del cambiamento di uso del suolo e degli impatti antropici e le specie osservate dai cittadini. Piuttosto che fare affidamento principalmente su snapshot locali della biodiversità, siamo in grado di modellare una prospettiva globale più dettagliata della biodiversità della Terra, le minacce e la loro gestione”.
“Il divario tra ciò che sappiamo e non sappiamo sulla biodiversità della Terra è ancora enorme, ma la tecnologia sta giocando un ruolo importante e ci sta aiutato a conservare la biodiversità in modo più intelligente ed efficiente”, ha detto Lucas N. Joppa, scienziato di Cambridge. “Questi nuovi approcci saranno anche fondamentale per valutare i progressi compiuti nella direzione degli obiettivi di conservazione internazionali.”