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E’ morto David Servan- Schreiber, lo scienziato che credeva nelle cure alternative

Scritto da Federica di Leonardo il 27.07.2011

Il noto scrittore e divulgatore David Servan-Schreiber è morto domenica scorsa all’età di 50 anni. Si era ammalato 19 anni fa di un cancro al cervello e una ricaduta ora gli è stata fatale.

Schreiber era psichiatra e ricercatore scientifico. Nel pieno della sua carriera scoprì, sottoponendosi ad una TAC per un esperimento di una sua ricerca, di avere un tumore al cervello. Gli furono diagnosticati, 19 anni fa, sei mesi di vita.

Servan-Schreiber fece di se stesso – come ha più volte detto nei suoi libri – il laboratorio della sua ricerca. La prima osservazione che fece fu che la diagnosi dei medici che lo seguivano, che gli prospettavano solo 6 mesi di vita faceva riferimento ad una media: in questa media, vi era un numero di persone che era sopravvisuto degli anni. Perché e che caratteristiche aveva questo manipolo di “resilienti”?

Queste riflessioni, che aprono il suo Bestseller, Anticancro, sono state illuminanti per migliaia di malati che hanno potuto così cambiare la loro relazione con la propria malattia.

Schreiber ha subito due interventi al cervello e due trattamenti chemioterapici, infatti nel 2000 il cancro è riapparso in una recidiva. I suoi libri infatti non rinnegavano la medicina tradizionale, ma invitavano (e invitano) a integrarla con altri approcci teraputici. Nei suoi saggi, Schreiber sottolinea l’importanza dell’alimentazione, suggerendo, attraverso citazioni di studi scientifici, quali sono gli alimenti che più aiutano il nostro corpo a rimanere in equilibrio.

E ancora, Schreiber proponeva un approccio che guarda alla qualità del respiro, attraverso una terapia che recupera il rapporto dell’assistito con se stesso, con la propria malattia e il proprio dolore, anche con la pratica dello yoga e delle arti marziali orientali.

Infine Schreber proponeva anche un approcio psicoterapeutico: a volta risolvere dei conflitti interiori aiuta la persona a reagire con più forza alla malattia.

Alla fine ha vinto la malattia e non potrà che essere così per ognuno di noi. Ma Servan-Schreiber resta testimone, attraverso i suoi scritti, del fatto che la malattia può essere vissuta in modi molto diversi: come evento che può  insegnarci  qualcosa o come disgrazia che ci porta via tutto, da reprimere e asportare come il negativo che sempre meno riusciamo a tollerare ma che, inevitabilmente, fa parte del “sistema vita”.

 

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  • Roberto Calzetti scrive:

    Sono molto interessato e colpito da questo tipo di cura. Spero cosi’ di aiutare mia moglie