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Nuova tecnica testata su virus dell’HIV permetterà di capire meglio resistenza a farmaci

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 12.12.2010
Virus HIV che attacca un Linfocita al microscopio elettronico - fonte Wikipedia

Virus HIV che attacca un Linfocita al microscopio elettronico

Si stima che 38 milioni di persone in tutto il mondo siano state infettate con HIV ad oggi, e 4,1 milioni circa di nuovi infetti si aggiungono ogni anno alla lista. Affinché gli scienziati possano progettare terapie di trattamento che sono efficaci nel lungo termine è indispensabile per saperne di più su come il virus muta e sviluppa la resistenza ai farmaci.

Una nuova, rivoluzionaria ricerca da parte di un ingegnere biomedico dell’Università di Victoria, Stephanie Willerth, ha significativamente migliorato la comprensione dell’HIV e di come trattarlo.

“Il virus muta ad un tasso molto alto, il che è molto problematico per i pazienti affetti da HIV perché il virus sviluppa alla fine una forma di resistenza ai farmaci”, spiega Willerth.

Willerth e il suo team hanno studiato circa 15.000 diverse versioni del virus, qualcosa che non era mai stato fatto prima. Queste nuove informazioni hanno permesso loro di individuare i geni specifici del virus che sono resistenti ai farmaci – conoscenza che potrebbe in ultima analisi aiutare i ricercatori a sviluppare trattamenti più efficaci per l’HIV.

Willerth dice che i metodi che ha usato possono essere applicati ad altri virus difficili da trattare – come l’influenza suina, l’Ebola, l’influenza o anche infezioni da stafilococco.

“Per studiare tutte queste diverse versioni di virus dobbiamo replicarli milioni di volte, soprattutto quando si tratta di virus complessi come l’HIV”, spiega Willerth. “Poiché questo metodo di ricerca richiede una grande quantità di materiale genetico e ci sono evidenti rischi di duplicazione di virus altamente contagiosi, abbiamo evitato di farlo. La nostra ricerca è stata unica per il metodo utilizzato. Abbiamo isolato il materiale genetico dal virus HIV, in modo che non fosse più in vita, prima di farlo replicare in cellule ospiti”. In sostanza, facevano replicare dei virus con la parte di DNA ‘pericolosa’ rimossa dal virus stesso.

Dopo aver replicato il virus da un piccolo campione ottenuto da un paziente di lungo corso affetto da AIDS, e in cui i virus HIV avevano sviluppato resistenza ai farmaci, Willerth e il suo team hanno studiato la struttura genetica utilizzando strumenti di sequenziamento del DNA di ultima generazione, un nuovo metodo che permette ai ricercatori di studiare milioni di molecole alla volta.

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