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Fossili russi con denti a sciabola chiariscono l’evoluzione dei primi mammiferi

Scritto da Leonardo Debbia il 29.06.2018

Alcuni fossili che rappresentano due nuove specie di predatori carnivori ‘dai denti a sciabola’ sono stati descritti dai ricercatori del Museo della North Carolina, Raleigh, USA e dal Museo Paleontologico di Vyatka (Kirov, Russia).

Questi nuovi fossili vengono a colmare una lacuna temporale esistente fino ad oggi nella evoluzione iniziale dei mammiferi, allorchè, nel corso di varie estinzioni di massa, il loro ruolo cambiò drasticamente.

Cranio di Nochnotsa, nuova specie di Gorgonopsi , scoperta nel Permiano della Russia (Crediti: Christian Kammerer)

Cranio di Nochnotsa, nuova specie di Gorgonopsi , scoperta nel Permiano della Russia (Crediti: Christian Kammerer)

I mammiferi viventi ai giorni nostri discendono da un gruppo di animali chiamati Terapsidi, un variegato gruppo di ‘protomammiferi’ che dominava gli ecosistemi terrestri nel Permiano (299-252 milioni di anni fa), l’ultimo periodo dell’Era Paleozoica, milioni di anni prima della comparsa dei primi dinosauri.

Questi animali protomammali comprendevano erbivori provvisti di zanne, insettivori scavatori e carnivori predatori dai denti a sciabola.

La stragrande maggioranza dei Terapsidi permiani è stata rinvenuta nel bacino del Karoo, in Sud Africa e di conseguenza i fossili sudafricani hanno svolto un ruolo essenziale, ma oltre misura, influenzando la comprensione degli studiosi sull’evoluzione dei primi mammiferi sulla Terra.

Per questo motivo i fossili di Terapsidi rinvenuti fuori del Sud Africa sono estremamente importanti, perchè portano gli studiosi a distinguere se quanto viene osservato nella documentazione fossile protommammale rappresenti modelli evolutivi globali o semplicementi regionali.

Le recenti spedizioni del Museo di Vyatka hanno individuato e raccolto una grande quantità di fossili permiani, straordinariamente ben conservati, nelle vicinanze della città di Kotelnich, lungo il fiume Vyatka, nella Russia europea.

Queste scoperte includono i resti di due specie, precedentemente sconosciute, di protomammiferi predatori, che sono state descritte nella rivista PeerJ da Christian Kammerer, curatore di Paleontologia del Museo di Scienze Naturali del North Carolina e da Vladimir Masyutin, paleontologo del Museo Paleontologico di Vyatka.

La prima delle due specie, Gorynychus masyutinae, era un carnivoro della taglia di un lupo, e rappresenta il predatore di maggiori dimensioni nella fauna di Kotelnich.

La seconda specie, Nochnitsa geminidens, era anch’esso un carnivoro, ma più piccolo, munito di denti aghiformi.

Entrambe le nuove specie prendono i rispettivi nomi da mostri leggendari del folclore russo, che ben si addicono alle loro apparenze minacciose. Per Gorynychus è stato fatto riferimento a Zmey Gorynych, un drago a tre teste, mentre per Nochnotsa ad uno spirito notturno malevolo.

Nello specifico, sulla base delle cavità oculari relativamente grandi, è probabile che Nochnotsa e i suoi parenti fossero animali notturni.

Gorynychus e Nochnotsa migliorano indubbiamente la comprensione della riorganizzazione degli ecosistemi posteriori all’estinzione avvenuta a circa metà Permiano (260 milioni di anni fa) che, anche se non fu così devastante come quella che seguì 8 milioni di anni dopo e che spazzò via quasi per intero i protomammali (il 96 per cento delle specie terrestri e il 70 per cento delle specie marine), ebbe comunque un ruolo importante nell’evoluzione dei protomammali.

Nei tipici ecosistemi del Tardo Permiano i migliori predatori erano, di fatto, giganteschi (i Gorgonopsi dai denti a sciabola), mentre i Terocefali erano insettivori di piccole dimensioni.

Si trattò di un cambiamento radicale, un’inversione di ruoli.

Negli ecosistemi del Medio Permiano, infatti, questi ruoli erano invertiti.

A Kotelnich, il predatore più grande dai denti a sciabola è un Terocefalo, mentre i Gorgonopsi erano animali molto più piccoli.

“Durante queste estinzioni ci fu una completa inversione dei ruoli che questi carnivori stavano giocando nei rispettivi ecosistemi. Un po’ come se gli orsi fossero divenuti all’improvviso delle donnole e le donnole si fossero trasformate in orsetti”, spiega Kammerer.

Le nuove specie provenienti dalla Russia forniscono la prova che questa inversione di ruoli nei predatori interessò quindi tutto il mondo; non solo l’Africa del Sud.

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